L’alpino più vecchio d’Italia
Secondo Forneris è andato avanti. L’Alpino più vecchio d’Italia non c’è più. Le sue esequie con tanto di onori da parte delle associazioni combattenti e dell’amministrazione comunale valfenerese si sono svolte questa mattina, sabato 25 luglio nella parrocchiale del paese.
106 anni ad aprile
Gundu, come da tutti era conosciuto, aveva festeggiato lo scorso aprile 106 anni di una vita vissuta con modestia e riserbo, lavorando da agricoltore e allevatore, stimato ed apprezzato da tutti. La sua un’esperienza e una testimonianza unica di fedeltà nei valori tradizionali: la famiglia, il lavoro e la patria, che aveva servito con grande sacrificio combattendo nei Balcani e in Grecia, insieme i suoi fratelli, vedendo cose che non aveva mai raccontato a nessuno. La sua esperienza di guerra, della tragedia vissuta da milioni di italiani e di Alpini in particolare, la teneva stretta dentro al cuore. troppi i ricordi tristi di quella tragedia, di quei momenti che con fatica e dolore era riuscito a superare.
«Un esempio per tutti noi»
«Gundu era un esempio per il paese e per me, che da bambino andavo ad aiutarlo, si fa per dire, quando doveva accudire alle sue mucche – ricorda il sindaco e presidente della Provincia Paolo Lanfranco – Un personaggio unico, che aveva assistito e vissuto in prima persona le tragedie della guerra, ma che non amava parlarne. Troppo dolorosi, probabilmente quei momenti, gelosamente conservati nella sua memoria. Solo negli ultimi anni si era lasciato andare a qualche confessione, a qualche racconto, in quella lucidità di ricordi che mai l’aveva abbandonato. Lo scorso aprile, in diretta web con me, la figlia Maria, i famigliari più stretti e il presidente della Casa di Riposo Zabert, Ettore Cavagnero, aveva festeggiato i suoi 106 anni in pieno lockdown. Era riuscito a riabbracciare i famigliari più stretti nei giorni scorsi, superando l’ennesima prova che la vita gli aveva messo davanti».
In pieno lockdown diceva: «Tutto si supera»
Una colonna di ottimismo, come l’aveva definito Ettore Cavagnero in occasione dei suoi 106 anni, un esempio per tutti, anche all’interno della Casa di Riposo. Sapeva che fuori c’era nuovamente un brutto momento da superare, sapeva che c’era qualcosa di tremendo, ma anche in quei giorni il suo ottimismo, frutto di una lunga vita dove i momenti tragici non erano mancati, guardava avanti: «Tutto si supera» diceva, traendo spunto dalla sua esperienza «Da che mi ricordi è sempre stato così».
Un nome portafortuna
Gli alpini di nome Secondo sono evidentemente baciati dalla fortuna, soprattutto se sono nati e cresciuti nell’Astigiano. A leggere la straordinaria storia di Forneris, viene in mente un altro Secondo, che di cognome faceva Roffinella, il fabbro di Montafia che per tanti anni è stato il “vecio” d’Italia alle sfilate degli alpini, morto a 107 anni.