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Il caso

Vandalizzate e “senz’anima”: l’inarrestabile declino delle fermate d’autobus di Asti

Nel corso degli ultimi 9 anni il Comune ha speso 727.000 euro per installarle lungo i percorsi dei bus, ma oggi sono luoghi devastati da vandali e writer

Vandalizzate, imbrattate, devastate, ridotte ai minimi termini, senza più le coperture laterali in vetro, prive delle mappe del trasporto pubblico locale, con le pensiline senza più colore e parti arrugginite che spuntano qua e là dal telaio in ferro. Le fermate d’autobus di Asti sono un pugno in un occhio in una città che vuole puntare a una vocazione turistica, ma che poi scivola sulla classica buccia di banana. Si tratta di arredi urbani che, in teoria, anche i turisti potrebbero utilizzare per muoversi in città. Non parliamo poi degli utenti che adoperano il trasporto pubblico, pur con i suoi passaggi non così frequenti, costretti ad attendere gli autobus in luoghi ben poco invitanti. Infatti sono davvero poche quelle che non sono state ancora interessate dal passaggio distruttivo dei vandali urbani.

Certo, le pensile dei bus sono artefatti esposti alle intemperie e in alcuni casi sono state distrutte in seguito a incidenti d’auto, ma la maggior parte di queste strutture, costate centinaia di migliaia di euro, sono state semplicemente vandalizzate dai soliti ignoti che, come spesso accade, non vengono identificati facendosi forza della loro quasi certa impunità. Al di là degli autori di questi gesti ingiustificati, resta il problema, girando per Asti, di imbattersi in questi “luoghi senz’anima” che continuare a tenere così significa solo invitare altri vandali a completare quel processo di distruzione iniziato quasi subito dopo la comparsa delle prime pensiline.

Correva l’anno 2013 e l’ex amministrazione di centrosinistra, guidata dal sindaco Fabrizio Brignolo, annunciò l’approvazione di un progetto di riqualificazione delle fermate d’autobus, in totale diciassette, pagato con un finanziamento regionale da 193.000 euro più oneri e accessori per un totale di 250.000 euro. Le diciassette pensiline di metallo verde, quelle che si vedono ancora oggi, furono installate nei primi mesi del 2014 (le ultime installazioni di quel lotto risalgono all’aprile di quell’anno).

Successivamente, nell’agosto del 2016, la Regione stanziò ulteriori 200.000 euro «per rendere all’onor del mondo – disse Brignolo – quasi tutte le fermate cittadine». E così fu con l’arrivo di nuove pensiline, poi vandalizzate esattamente come le precedenti.

Gli ultimi interventi sulle fermate sono avvenuti a febbraio 2021 quando, al termine della rendicontazione del progetto MOVICentro, furono recuperati ulteriori 217.135 euro (cui si aggiunsero 60.000 euro da parte del Comune) per installare nuove pensiline in piazza Marconi, ma anche in altre vie servite dal tpl dell’Asp. In meno di 9 anni il Comune ha investito circa 727.000 euro sulle pensiline dei bus con il risultato di avere, oggi, fermate ridotte in condizioni davvero misere. La manutenzione delle fermate è a carico del Comune che oggi non avrebbe i soldi per rifarle tutte, magari riducendo le parti della struttura che potrebbero essere vandalizzate. Ma essendo un problema anche, se non soprattutto, culturale potrebbe non servire la semplice sostituzione dei manufatti con altri ancora più “minimal” e questo perché l’azione dei vandali non si ferma davanti a nulla.

Solo pochi giorni fa al parco del Borbore un ragazzino di 15 anni è stato sorpreso mentre imbrattava, con una bomboletta spray, una delle giostrine destinate ai più piccoli. Prima ancora qualcuno ha iniziato a scalfire, con delle pietre, le installazioni sportive installate nel parco qualche giorno prima di Natale. Le telecamere anticrimine non sembrano servire granché contro questi distruttori, ma la città non può alzare bandiera bianca accettando che non esistano alternative a questa strisciante devastazione di beni comuni.

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