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Vent’anni di Protezione civile,l’unica eredità bella dell’alluvione
Attualità

Vent’anni di Protezione civile,
l’unica eredità bella dell’alluvione

"Vent'anni ?e non sentirli". Con una data: 1995-2015. Vent'anni fa, era d'aprile, nasceva il primo nucleo di Protezione Civile di Canelli. Vent'anni di storia sempre in

"Vent'anni ?e non sentirli". Con una data: 1995-2015. Vent'anni fa, era d'aprile, nasceva il primo nucleo di Protezione Civile di Canelli. Vent'anni di storia sempre in crescendo, esperienza su esperienza, attività dopo attività. Un cammino che sabato scorso, nella nuova sede dell'ex Cascina Merlino a ridosso della cassa di espansione, il gruppo ha ricordato insieme agli amici, vecchi e nuovi, che lo sostengono. In prima fila, con l'attuale presidente Stefano Martini, i due predecessori, Flavio Robba e Franco Bianco. Con loro i dodici fondatori del sodalizio, il sindaco Marco Gabusi e Sergio Cappelletti, già comandante dei Vigili del Fuoco Volontari di Trento e della prima unità di Protezione civile del trentino.

«Vent'anni fa, di questi giorni, molti di noi compresero che cosa significava attenzione al territorio, la cura e la prevenzione dei nostri fiumi e delle colline. Un percorso che, in questi anni, ci ha insegnato molto e che abbiamo messo a disposizione di chi ne ha avuto necessità» è stato il saluto di Stefano Martini. Le tappe di vita della Protezione Civile di Canelli l'hanno raccontata i protagonisti. L'alluvione del 1994 coagulò un manipolo di volontari, «molti senza conoscerci personalmente» ha ricordato Flavio Robba. Sergio Cappelletti ne fu il motore e i suoi Vigili del Fuoco l'esempio organizzativo. «Fummo aiutati, nel primo anno di vita, dai canellesi ma anche da tanti enti, privati e pubblici, che ci diedero fiducia e sostegno» ha ricordato il presidente. Il ricordo va alla prima uscita ufficiale: fu a Quiliano, in provincia di Savona, su un fiume esondato. Poi la Versilia, in Umbria a Gualdo Tadino.

«Disponevamo solo di badili, carriole e tanta buona volontà». Dal Trentino, intanto, arrivò la prima idrovora, poi un'autopompa trasportabile: era fantascienza. La professionalità, intanto, aumentava con l'ingresso di nuovi volontari: grazie ai corsi di addestramento i canellesi sostennero la popolazione de L'Aquila, i terremotati di San Giuliano in Puglia, i colpiti dal sisma in Emilia Romagna e ancora in Liguria in tante situazioni difficili sino in Albania. Dalla gloriosa ex scuola il trasferimento alla centrale Com, in via Bussinello. Due anni fa il trasloco in regione Dente. «Oggi contiamo trentacinque soci attivi, cinquanta gli affiliati coordinati dal vicepresidente Mimmo Panzarella -? chiosa Stefano Martini – La nostra dotazione di attrezzatura è cresciuta: disponiamo di quattro mezzi di proprietà, due del Comune e Comunità collinare, un gommone. E di tanto entusiasmo e solidarietà».

Giovanni Vassallo

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