L’idea che sembra farsi strada, è quella di realizzare una serie di eventi, nelle domeniche di ottobre e novembre, che però non abbiano per protagonista il tartufo ma, ad esempio, il vino
Giorni di decisioni importanti per il futuro della Fiera del Tartufo di Asti. La scorsa settimana, a pochi giorni dal termine dell’edizione 2017 che ha ricevuto molte critiche e pochi elogi, il sindaco Rasero insieme agli assessori Pietragalla e Bologna, ha riunito organizzatori, associazioni di categoria, istituzioni per ragionare insieme su cosa farne di questa manifestazione.
Rasero non ha mai nascosto il suo pensiero sulla fiera del tartufo: «Così come viene intesa da troppi anni, ormai, non ha più alcun senso. Se decidiamo che è importante, allora ci lavoriamo sopra un anno intero, affidiamo l’organizzazione ad esperti e troviamo adeguate risorse e fondi, altrimenti meglio smettere di inseguire altri eventi ben più conosciuti e importanti come la Fiera di Alba che, obiettivamente, è talmente avanti rispetto a noi che è impensabile eguagliarla. E poi – prosegue sempre Rasero – abbiamo già in provincia due importanti fiere: quelle nazionali di Montechiaro e Moncalvo. Piuttosto possiamo pensare di sostenerle e di creare con questi due comuni dei pacchetti turistici da condividere».
L’idea che sembra farsi strada, dunque, è quella di realizzare una serie di eventi, nelle domeniche di ottobre e novembre, che però non abbiano per protagonista il tartufo ma, ad esempio, il vino.
Su queste proposte sono stati chiamati a ragionare tutti i partecipanti alla riunione che si ritroveranno a breve per tirare le fila delle idee sul piatto.
Daniela Peira