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Vezzolano, non è Natale senza una visita al micromondo di Anna Rosa Nicola

Fino al 4 febbraio il presepe artistico resterà aperto al pubblico. Anche quest’anno sono state aggiunte botteghe e personaggi. Mille visitatori nella sola giornata di Santo Stefano

Il venditore di granite e limonata, la casa del dottore, il vetraio, il venditore di ghiaccio, il venditore di santini e medagliette sacre, una fontana in più: irrefrenabile la fantasia e la straordinaria manualità associata ad arte e competenza che guidano il lavoroi di Anna Rosa Nicola, autrice di un presepe in miniatura che attrae ogni anno migliaia di visitatori.
E’ quello ospitato nella sala della Foresteria della canonica dell’Abbazia di Vezzolano, ad Albugnano. Una perla romanica che accoglie e custodisce il villaggio realizzato interamente dalla nota restauratrice di Aramengo con materiali di recupero.
Allestito per la prima volta nel 2012 in una saletta del chiostro, è passato dai 2 mila visitatori di allora agli 11.200 dell’anno scorso. Nella sola giornata di Santo Stefano sono state quasi mille le persone che lo hanno visitato. Ormai lo conoscono in tutta Italia e sono tanti i visitatori che organizzano le gite a Vezzolano nel periodo natalizio per andarlo a vedere. Ma tanti sono anche quelli che ci tornano, perchè il presepe non è mai uguale all’anno precedente.
Sia perchè Anna Rosa ogni anno aggiunge personaggi, botteghe, particolari, sia perchè anche l’esposizione non è mai uguale. Anche quella viene realizzata interamente dall’autrice che impiega una decina di giorni per trovare il posto giusto alle opere d’arte in miniatura che realizza durante l’anno.
Ad accogliere i visitatori vi è la Natività, il cuore del presepe, con il laghetto ghiacciato realizzato sovrapponendo strati di resine di diverso tipo lavorate per dare l’idea, in tutto e per tutto, dell’acqua ghiacciata in superficie. Poi inizia il viaggio in quello che poteva essere un paese delle nostre colline a cavallo fra Settecento ed Ottocento. Ma con aggiunte che non hanno aderenza storica bensì affettiva e sentimentale. «Anna Rosa – spiega Franca Cagliero, (in una delle foto nella gallery)  volontaria della Cabalesta che per tutta la durata del presepe accompagna i visitatori – è molto sensibile alle richieste dei visitatori più piccoli, e ha inserito, negli anni, anche “quadri” che proiettano questo villaggio nel futuro». E’ così nasce l’angolo delle donne che fanno la grigliata o la bottega del giocattolaio o l’edicolante. Oppure ancora la bottega della presepara dove Anna Rosa si riproduce in scala mentre costruisce le sue miniature.
Personaggi che si sono aggiunti alle prime botteghe dall’irripetibile fascino come quella del salumaio, dell’orologiaio, del venditore di stoffe, del farmacista, tanto per citarne alcuni.
Con un personaggio che ricorre in più luoghi e in più ruoli. Basta guardarlo in viso per riconoscere i tratti di Guido Nicola, padre di Anna Rosa, fondatore del noto laboratorio di restauro. La figlia lo colloca in più situazioni per rendere omaggio alla sua vita professionale, alla sua passione per la cerca dei tartufi, alla sua dedizione alla famiglia.
L’autrice usa prevalentemente materiali di riciclo: le capsule del caffè, per la loro malleabilità, diventano pentole, pentolini, utensili di campagna in miniatura. Oppure il vetro delle piccole lampadine da frigo diventano i vasi in vetro del negozio di caramelle. I palloncini sono fatti con le uova di quaglia svuotate e colorate, la valigia del dottore è recuperata da un vecchio portamonete in pelle. Le forcine per i capelli, il tappo di una caffettiera moka, i bottoni, pezzi di catenine rotti, la lana per fare i capelli, la posidonia marina che diventa la paglia della stalla. Tutto serve per realizzare la scala di riduzione che viene accuratamente rispettata. In quello che noi riteniamo scarto o rifiuti, Anna Rosa riesce a vedere un oggetto per il suo presepe. E dove proprio non riesce a trovare materiale di riciclo adatto, lavora la ceramica (splendidi i pavimenti in cementine colorate), l’argilla per realizzare i mattoni di costruzione delle case o la cera lavorata a mano. Fino a farsi venire la tendinite come successo per realizzare le centinaia di minuscole olive per il frantoio.
Il risultato finale è sorprendente, perchè riesce a suscitare uguali emozioni nei bambini e negli adulti. Che ogni anno tornano per ritrovare la loro bottega preferita e per ammirare quella nuova.
Il presepe è aperto al pubblico fino al 4 febbraio il venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 17.   Durante gli altri giorni è visitabile per gruppi oltre le 10 persone su prenotazioni da concordare con info@lacabalesta.it oppure al numero 349/5772932.

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