Il Consiglio comunale approva un ordine del giorno per riconoscere le coppie di fatto. Ora si lavorerà al regolamento. Per il Partito Democratico si tratta di un atto volto a riconoscere i diritti delle persone, omosessuali e non. Per i detrattori si tratta di pura demagogia in quanto non ha nessun effetto giuridico o legale
Il Comune di Asti si allinea a quanto già deciso in molti altri comuni italiani dotandosi di un Registro delle unioni civili nel quale potranno essere registrate, ma solo dal punto di vista simbolico senza effetti legali o giuridici, le coppie di fatto residenti in città. Il via libera al registro è arrivato al termine del Consiglio comunale di ieri sera con l'approvazione di un ordine del giorno promosso dal Partito Democratico. Il documento è stato approvato a larga maggioranza dei presenti ma non da tutti gli esponenti della compagine di governo: 22 voti a favore, 1 astenuto e 1 contrario per portare la città ad una maggiore vicinanza delle coppie di fatto, non solo omosessuali ma anche di quelle unite senza alcun vincolo di matrimonio o civile.
I consiglieri di maggioranza che hanno lavorato al documento si sono confrontati con lo sportello Nuovi diritti della Cgil e con lAgedo, associazione che riunisce i genitori di figli Lgbt.
"Lobiettivo dellodg è quello di rendere più evidente, sia dal punto di vista simbolico che pratico, un'iniziativa amministrativa che il Pd ha fortemente voluto e che serve sostanzialmente a parificare, almeno sotto il profilo dei rapporti e dei servizi offerti dalla città di Asti, le coppie di fatto non sposate legate da vincolo affettivo – spiegano dal Partito Democratico – Anche alla luce del Decreto Legislativo n. 267/2000, il Comune ha pieno titolo ad operare, nell'ambito delle proprie competenze, per promuovere pari opportunità per le unioni di fatto, favorendone l'integrazione sociale e prevenendo forme di disagio e disuguaglianza di trattamento, con particolare riferimento alle persone anziane e alle forme di discriminazione fondate sull'orientamento sessuale. Istituire ad Asti il Registro delle unioni civili consentirà di andare oltre ai diritti del singolo cittadino, riconoscendo alla coppia, soprattutto a quella che oggi non avrebbe alcuna maniera e possibilità di esprimere il proprio status, quel vincolo affettivo che, al pari delle altre forme legittimate di unioni, rafforza il valore di essere e sentirsi parte della comunità astigiana".
Mentre si attende la scrittura del necessario regolamento per attivare la trascrizione delle coppie, non mancano le inevitabili polemiche. Al voto sull'odg si è registrata la spaccatura dell'Udc, gruppo nel quale il consigliere Pierangelo Mantelli ha votato a favore mentre il collega Giorgio Caracciolo si è chiaramente espresso contro l'istituzione del Registro. "Io sono contrario, ma non alle unioni civili, solo al fatto che il Comune si debba far carico dell'istituzione e della tenuta di un registro che è illegittimo, inutile e gravoso per gli uffici – ha commentato Caracciolo su Facebook – Massimo rispetto ed apertura per convivenze ed unioni di fatto, eterosessuali e omosessuali, ma inutile fare una cosa senza legittimità, né valore, né efficacia".
Contrario, ma essente in Consiglio durante la votazione, anche il consigliere di minoranza Maurizio Lattanzio (Lista Civica) che in una lunga lettera spiega perché considera l'istituzione del registro "inutilmente foriera di aspettative in coloro che vivono il serio problema del mancato riconoscimento della loro magari assai duratura convivenza, specie quando tale situazione si trasformi in una vera e propria forma di famiglia di fatto. Si badi bene che non faccio distinzioni tra unioni omo o eterosessuali – precisa – ma mi chiedo il perché, a fronte di un problema che esiste ed è effettivamente assai grave per chi lo vive, il nostro sindaco e tutta la sua maggioranza abbiano voluto indurre in questi soggetti, approvando questo del tutto illegittimo registro delle unioni civili, false aspettative e soprattutto illegittime speranze di una qualche regolarizzazione della loro posizione". Lattanzio ha inoltre fatto sapere che potrebbe presentare un ricorso al TAR contro la delibera consiliare.
Riccardo Santagati