Un viaggio dal “taglio missionario” in Kenya. E’ la significativa esperienza che vivrà, dal 9 al 27 agosto, un gruppo di 18 giovani astigiani insieme al vescovo Marco Prastaro e ai sacerdoti Rodrigo Limeira, Mauro Canta e Andrea Martinetto.
Come previsto, infatti, al viaggio proposto agli adulti, cui avevano preso parte la scorsa estate dieci astigiani insieme al vescovo e a don Paolo Lungo, segue quest’anno l’esperienza rivolta ai ragazzi.
I partecipanti
«A partecipare sono tutti giovani universitari o neo laureati che frequentano i gruppi parrocchiali, svolgono attività di animazione nelle nostre comunità parrocchiali o sono volontari Caritas», spiega monsignor Prastaro. «Insieme trascorreremo alcuni giorni nella capitale Nairobi, poi ci sposteremo nella parrocchia di Tassia, nel Nord del Paese, quindi a Nyahururu, città che si trova a livello dell’Equatore. Lì saremo ospiti dell’opera di Saint Martin, impegnata nell’apostolato sociale, dato che si occupa di tutela delle categorie più deboli, come donne vittime della tratta, malati di Aids, bambini abbandonati, disabili. Successivamente ci trasferiremo nella diocesi di Marala, in cui ho trascorso 13 anni come sacerdote missionario, dove incontreremo la comunità e i giovani della parrocchia».
Le tappe del viaggio
Le tappe del viaggio saranno le stesse dell’anno scorso, ma avranno durata e finalità diverse. «Nel luglio 2024, con il gruppo di adulti – continua – avevamo pensato ad un viaggio con varie tappe per conoscere diverse realtà del Paese, mentre quest’anno si tratta di una vera e propria esperienza missionaria, in cui i ragazzi saranno impegnati in attività pratiche nei luoghi in cui saremo ospiti».
In vista del viaggio, i ragazzi hanno preso parte con il vescovo ad un cammino di preparazione. «Ci siamo incontrati una volta al mese per tutto l’anno – conclude Prastaro – seguendo un percorso di formazione curato insieme ai Missionari della Consolata. Percorso durante cui è emerso innanzitutto il senso del viaggio: incontrare persone di una cultura differente dalla nostra nella consapevolezza che non andremo a salvare nessuno né risolveremo i problemi del mondo, ma vivremo concretamente la dimensione dell’incontro, imparando a conoscere anche altre comunità di credenti».