Volano gli stracci in Comune. Le dimissioni dell’ormai ex vicesindaco Pietro Bonaudi hanno aperto una serie di accuse reciproche con la sindaca Francesca Ferraris (foto in alto) che ben presto hanno trascinato il paese in una telenovela d’altri tempi. La rinuncia all’incarico da parte di Bonaudi è stata fatta in un primo momento con la giustificazione dei motivi personali ma, ben presto, si è arrivati a sfoderare l’artiglieria pesante.
Con una lettera, indirizzata e recapitata direttamente casa per casa a tutti i viarigini, Bonaudi ha puntato il dito contro la sindaca Ferraris con una serie di accuse di mala gestione «incarichi assegnati all’ex vicesindaco Morando (della precedente amministrazione), mancate scelte di priorità nelle ristrutturazioni, giunta ‘carbonara’ del giovedì mattina» e tanto altro ancora che per Bonaudi rappresentano, si legge nella lettera, «il modo di dirigere un Comune non di una sindaca ma di una regina che si offende ogni volta che ritiene lesa la sua maestà». Non si è fatta attendere la replica della prima cittadina che, scrivendo anche lei ai propri concittadini, ha voluto offrire loro la chiave di lettura della lettera del suo ex vicesindaco:
«Il comportamento di Bonaudi (foto sotto) sta nella sua volontà di candidarsi a sindaco nelle prossime elezioni. Mi comunicò lui stesso la sua decisione nel 2021. Le dimissioni rappresentano dunque un atto onesto e doveroso nei confronti dei suoi elettori che lo hanno votato all’interno di un gruppo nel quale evidentemente ritiene di non operare più». Ferraris tiene ancora a precisare: «La candidatura è legittima, pur trattandosi di un’autocandidatura in corso di mandato, ritengo tuttavia che si possa condurre una campagna elettorale anche senza calunnie, maldicenze e denigrazioni».
Uno dei motivi di maggior scontro è la questione della mancata realizzazione dell’associazione fondiaria (Asfo) sulla quale Bonaudi accusa la sindaca: «Il Comune ha ricevuto 17.500 euro dalla Banca San Paolo per iniziare a costituire l’Asfo, fondi che potevano essere incrementati di ulteriori 150 mila euro. Non siamo riusciti a costituire l’associazione e non voleva che il progetto si realizzasse neanche la sindaca Ferraris che spiegava come il Comune ‘non doveva tirare la carretta e intervenire direttamente’, affermazioni contrarie agli impegni assunti».
A queste accuse la sindaca risponde prontamente: «La pratica è stata portata avanti in autonomia da Bonaudi. La costituzione non è avvenuta perché non ha incontrato l’interesse degli agricoltori cioè di coloro che avrebbero dovuto farne parte. Questa vicenda per il bilancio del Comune si traduce in un buco da 8 mila euro con seri problemi da gestire per me e per i miei collaboratori. Forse anziché scrivere letterine alla regina sarebbe stato più proficuo gestire la pratica con maggiore attenzione».Bonaudi, però, non ci sta e replica: «La sindaca sembra attribuirmi il buco da 8 mila euro ma, fino alle dimissioni, ho segnalato il ritardo nella fatturazione e nella rendicontazione».