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Attualità

Niente "supercomune" in Valtriversa,
si dimette il presidente della comunità collinare

“Confermo le mie dimissioni, per ribadire la mia presa di posizione netta contro la situazione di stallo (a mio avviso “voluta”) che si è venuta a creare in Comunità Collinare Valtriversa.

“Confermo le mie dimissioni, per ribadire la mia presa di posizione netta contro la situazione di stallo (a mio avviso “voluta”) che si è venuta a creare in Comunità Collinare Valtriversa.  La  giunta dei sindaci è stata incapace di avviare il progetto di una unione e collaborazione “forte” tra le varie amministrazioni, fino a fonderci in un unico comune, così come era stato deliberato nel consiglio del 26 ottobre scorso, con la votazione favorevole di 6 comuni sugli 8 aderenti. Da allora, non solo non si è più proceduto su questa strada, ma qualcuno dei sindaci ha cambiato idea, ostacolando la realizzazione del progetto”. E’ il commento di Roberto Campia, sindaco di Castellero e presidente della Comunità Collinare, alla lettera di dimissioni inviata agli otto comuni aderenti all’Unione (Baldichieri, Cantarana, Castellero, Cortandone, Maretto, Monale, Roatto e Villafranca) lo scorso 17 maggio.

La norma prevede che debbano trascorrere 20 giorni prima dell'effettività irrevocabilità, che è già stata confermata dallo stesso presidente: “Allo stato attuale delle cose – precisa Campia – è giusto che si cambi, che ci sia qualcun altro al mio posto. Nel prossimo consiglio si provvederà ad eleggere un nuovo presidente, per arrivare fino a maggio/giugno del prossimo anno, quando ci saranno le elezioni amministrative di quasi tutti i comuni (tranne Roatto n.d.r.), con conseguente rinnovo del consiglio dell’ente. Spero nella continuità del lavoro fatto fino ad oggi – conclude – salvaguardando il posto di lavoro dei vigili e dell’impiegata amministrativa in capo all’unione”. Nella lettera, Campia ha meglio chiarito le motivazioni del suo gesto che è avvenuto a seguito dell’ennesima assemblea dei Sindaci “conclusasi – scrive Campia – senza porre le basi concrete per lavorare nell’interesse dei nostri territori e dei cittadini, considerata la continua presenza dei soliti campanilismi, delle diverse posizioni che settimanalmente mutuano.

Una unione forte, o una fusione in un solo comune, avrebbe consentito di essere il quarto comune, per grandezza, nella provincia astigiana, si legge nella lettera,  che avrebbe dato una risposta alla domanda: “servono ancora 8 sindaci, 8 giunte e 8 consigli?” Per il presidente uscente, l’eventuale fusione avrebbe permesso di ricevere trasferimenti statali per 400 mila Euro, oltre ad avere un solo segretario comunale, un solo revisore dei conti, un solo “gestore” delle buste-paga, una sola società assicurativa per mezzi ed edifici, una squadra per la viabilità operativa, gestita da un solo tecnico comunale, senza esternalizzare servizi  quali la trinciatura ed il servizio cimiteriale.

Sulla vicenda ha espresso la propria opinione anche Paolo Volpe, capogruppo di minoranza a Villafranca e consigliere dell’Unione. “Troppi anni si sono persi e spero non se ne perdano altri – ha commentato Volpe – all’inizio degli anni duemila, l’ente era nato come possibilità per ottenere i contributi pubblici che allora esistevano. Ora i soldi non ci sono più e occorre rimediare a quel vizio di origine, amministrando con la maturità di una visione di territorio complessiva e omogenea di tutti i comuni, evitando l’ipotesi di una unione a quattro (tra Cantarana, Maretto, Roatto e Villafranca), che sarebbe una soluzione “al ribasso” presa con la speranza di non cambiare nulla”.

l.m.

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