Mentre il Consiglio Regionale decide di presentarsi al Governo con una proposta che prevede 6 province – salvando quella di Asti – nel Pianalto si guarda oltre e si pensa a quali territori legarsi nel caso di una soppressione. Sul tema si sono espressi i consigli comunali di Villanova e Valfenera
Il Consiglio regionale propone al Governo, approvando la deliberazione richiesta dalla legge nazionale n.135/2012 sulla spending review, la costituzione di sei Province: Torino (futura città metropolitana), Cuneo, Alessandria, Asti, Biella-Vercelli, Novara-VCO. Con queste parole, martedì sera, il Consiglio Regionale ha di fatto stravolto le indicazioni del Governo in merito al riordino delle province. Ecco che Asti riacquista speranza: quella di restare provincia malgrado tutto. Bisognerà attendere comunque la decisione del Governo prima di cantare vittoria, ma, come sottolineato dallo stesso governatore Roberto Cota, al termine della seduta di martedì, prima di approvare il decreto di riordino delle province il Governo dovrebbe attendere che il 6 novembre la Corte costituzionale si pronunci sul ricorso di illegittimità presentato da alcune Regioni, tra cui il Piemonte.
Situazione complicata e certo ancora tutta in itinere, anche se un piccolo passo in avanti la Provincia di Asti sembra averlo fatto. Da Roma, anche Sebastiano Fogliato ha commentato positivamente la delibera, sottolineando limportanza di difendere non solo unistituzione, ma anche un brand conosciuto a livello internazionale per leccellenza delle produzioni vitivinicole e non può essere cancellato per legge con tratto di penna e ribadendo limportanza di difendere leconomia territoriale e non le poltrone che vi possano o meno essere collegate. La notizia è stata appresa con una certa soddisfazione anche nel Pianalto Astigiano (inteso come territorio, non certo come unione in dissolvimento), zona dove nelle scorse settimane si sono susseguiti dibattiti e prese di posizione anche piuttosto esplicite, da parte degli esponenti dei consiglio comunale di Villanova e Valfenera, sulle prospettive future del territorio, qualora Asti venisse comunque condannata allaccorpamento con Alessandria.
Se da un lato infatti a Villanova si guarda verso Torino e il consiglio comunale, su spinta dellex sindaco Roberto Peretti, ha di fatto già deliberato lapertura ad un possibile passaggio in tal direzione, a Valfenera si fanno più insistenti le voci e le prese di posizione per un possibile salto in direzione Cuneo. Nei giorni scorsi il gruppo di minoranza consigliare guidato da Carlo Camisola si è espresso positivamente in tal senso, ribadendo la propria disponibilità a sostenere ogni atto, che lamministrazione Lanfranco proporrà, volto a far perseguire la linea di adesione alla Provincia di Cuneo del nostro comune. Storicamente, – prosegue – sin dal medioevo, il nostro comune è sempre stato in antitesi alle realtà astigiane di governo e il Marchesato di Saluzzo ne fu un chiaro esempio di queste nostre radici culturali, sicuramente più vicine a Cuneo. Anche lattuale situazione socio economica vede una buona parte della comunità valfenerese propendere verso la Provincia di Cuneo (Montà dAlba, Canale e Alba) e in minima parte verso Torino, ma sicuramente in forma del tutto assente con le realtà di oltre Tanaro.
Sullargomento, già qualche settimana fa, anche il consiglio comunale valfenerese si era espresso con delibera unanime circa ladesione al Manifesto per la Valorizzazione del Territorio Collinare Piemontese, partito dallo stesso consiglio provinciale per sollecitare la Regione e i suoi organismi (primo fra tutti il Comitato per le Autonomie Locali) ad esprimersi favorevolmente nei confronti della creazione di una nuova provincia allargata da Casale ad Alba e da Chieri al Monferrato, Langhe e Roero. Una soluzione gradita nel caso di una ridefinizione dei confini provinciali, lasciando in alternativa la porta aperta a possibili soluzioni pro Cuneo o pro Torino in caso di un accorpamento forzato di Asti con Alessandria.
Il sindaco Paolo Lanfranco, in quelloccasione, pur dichiarandosi aperto a valutare con i cittadini soluzioni alternative allaccorpamento con Alessandria, aveva però posto laccento soprattutto sugli aspetti giuridici e costituzionali dellintera vicenda, rimarcando limportanza dellarticolo 133 della Costituzione, nel quale si stabilisce che la riorganizzazione delle Province può avvenire, ma su iniziativa dei Comuni, sentita la Regione, non quindi secondo il diktat di una legge del Governo. Per Lanfranco, prima di parlare di quale soluzione si debba preferire ad un eventuale accorpamento con Alessandria, si deve valutare con attenzione come e a chi sarà attribuita la gestione di servizi quali la pulizia delle strade, la pianificazione territoriale, la gestione delledilizia scolastica per le scuole di secondo grado.
Franco Cravero