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Villanova, consiglio aperto sulla sanità
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Sanità regionale

Villanova d’Asti, Casa di comunità, delusione nel Pianalto: “La Regione ci ha ignorati”, dicono i sindaci

L’emendamento “Villanova”, presentato da Monica Canalis del PD, è stato liquidato dall’assessore Icardi adducendo la vicinanza a 5 km della struttura di Villafranca

Come era prevedibile la delibera sulla programmazione degli investimenti sanitari predisposta dalla giunta regionale è stata approvata anche dal consiglio, dove è stata portata in discussione martedì 22 febbraio. Per Villanova d’Asti non c’è stato nulla da fare: l’emendamento proposto dal gruppo del PD, attraverso la consigliera Monica Canalis, per finanziare la casa di comunità è stato respinto e liquidato dall’assessore alla sanità Genesio Icardi come una sorta di sovrapposizione con la struttura assegnata a Villafranca d’Asti.

«Le esigenze di programmazione della Regione sono diverse – ha detto l’assessore in aula – quindi confermiamo la casa di comunità a Villafranca d’Asti che si trova a soli 5 km da Villanova. Qui resteranno gli stessi servizi attualmente erogati dalla casa della salute, solo che la Regione non finanzierà la ristrutturazione della palazzina del Comune». Il parere negativo dell’assessore è stato condiviso dalla maggioranza e approvato anche dall’assessore Fabio Carosso che avrebbe apertamente applaudito al respingimento dell’emendamento su Villanova.

«Nulla contro Villafranca – ha commentato ormai rassegnato il sindaco di Villanova Christian Giordano – con la quale avevamo già discusso, insieme all’Asl, un piano di programmazione dei vari servizi sanitari da fornire in collaborazione al territorio, ma mi permetto di dire che il bacino di utenza del nostro distretto è ben più ampio: 11 mila utenti contro i 7 mila di Villafranca. Non c’è molto alto da aggiungere su questa mancanza di attenzione al territorio da parte della regione. Territorio che oltretutto l’assessore Icardi dimostra di non conoscere se afferma che tra Villanova e Villafranca ci siano solo 5 km. Dopo due anni di promesse mancate da parte del referente del territorio (Carosso, ndr) qualcuno dovrà assumersene la responsabilità».

La delusione corre non solo a Villanova, ma anche negli altri Comuni del Pianalto, dove i sindaci avevano preso posizione partecipando al consiglio comunale aperto convocato da Christian Giordano.

«Non c’è motivo di gioire per le scelte regionali – dice Paolo Lanfranco, sindaco di Valfenera – si è persa una grandissima occasione perché il PNRR intende dare un nuovo riconoscimento al Paese, introducendo il criterio del confronto con il territorio. Metodo che qui è mancato. Nessuna condivisione, nessun rispetto delle regole. E’ mancata l’attenzione basilare per dare una risposta ad un area territoriale in crescita. Per come intendo io la politica tutto questo è inaccettabile. E’ una brutta vicenda, a prescindere dal contenuto, anche per come si è andati avanti senza confronto, convocando la conferenza dei sindaci quando le scelte erano già state fatte in altra sede».

La stessa reazione viene da Luca Panetta, primo cittadino di San Paolo Solbrito: «Purtroppo non ci sono parole per la scelta fatta – commenta amaro – lo ritengo un fatto molto grave, a discapito di un bacino di circa 11.000 persone penalizzate, ancora una volta, grazie alla politica regionale».

Ancora più diretta la sindaca di Cellarengo, Adriana Bucco: «Una manovra prettamente politica – sottolinea – in caso contrario, Villanova avrebbe dovuto essere in cima alla lista degli investimenti sulla sanità, se non altro per la storia pregressa di scelte mancate. Bastava applicare solo un po’ di buon senso per rispondere ai bisogni di una popolazione sempre più anziana. Un’occasione sprecata perché, purtroppo, in queste decisioni pende ancora troppo la valutazione politica e probabilmente la scelta era già stata fatta. Il territorio non è stato coinvolto in nessun modo».

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