Sembra una di quelle vicende kafkiane in cui tutto appare verosimile ma non può essere vero quella in cui sono incappati i fratelli Piero e Giuseppe Bosco, trovatisi a scontrarsi con la Tim per lo spostamento di un cavo telefonico, il trionfo della burocrazia cieca e sorda ad ogni pratica di buonsenso che diventa un ostacolo insormontabile se non attraverso l’intervento legale.
La storia va avanti da 26 mesi, quando i fratelli Bosco, eredi del laboratorio di falegnameria del padre in strada Valfenera a Villanova, scoprono di aver ereditato anche la possibilità di realizzare una lottizzazione residenziale di 8 unità abitative e procedono con la progettazione. Stipulano una convenzione con il Comune per la quale sono previsti 10 parcheggi ad uso pubblico.
Il nuovo insediamento denominato “Ecoborgo tre case” verrà realizzato con tecnologie innovative ed ecocompatibili, classificate in classe energetica A3 e A4.
Ma c’è un intoppo. Sull’area sono presenti cavi Enel e Tim che impediscono la demolizione del vecchio fabbricato e devono essere spostati. L’Enel, adeguandosi alla normativa del decreto legislativo 259/2003, provvede allo spostamento senza costi per i proprietari. La Tim invece invia un preventivo di 4.800 euro per eseguire i lavori di spostamento.
I fratelli Bosco, consci del loro diritto di non sostenere quei costi, resistono alla richiesta della compagnia telefonica, intimando tramite il legale Cossetta di Asti a provvedere allo spostamento del cavo gratuitamente, ma non hanno ancora ricevuto risposta.
«L’ultima diffida, perché con Tim si riesce a interloquire solo per vie legali, risale a tre settimane fa – spiega Piero Bosco – ma non abbiamo ottenuto alcun riscontro. Questa situazione ha provocato uno stallo nel prosieguo dei nostri lavori. Una delle villette progettate, del valore di 280 mila euro è già stata venduta e va da sé che se non riusciremo a procedere nella costruzione, oltre alla perdita del guadagno della vendita, andremo incontro a possibili costi per i danni dovuti al ritardo nella consegna».
La Tim, inizialmente si era appigliata al fatto che mancasse la SCIA per la demolizione del fabbricato. Il documento è stato ottenuto però a seguito della firma della convenzione per gli oneri di urbanizzazione con il Comune, quindi non ci sono più scusanti per il gestore della rete telefonica. I lavori vanno eseguiti e senza costi.
«La nostra pazienza è finita – aggiunge Piero Bosco – se la Tim non provvederà nei prossimi giorni chiederemo i danni. E’ un nostro diritto che intendiamo far rispettare».