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Villanova d’Asti, meno residenti e meno nascite. Sui decessi incide l’onda lunga del Covid

Scendono anche i residenti di nazionalità straniera. La comunità più numerosa è quella romena, seguita da quella marocchina

«Sull’andamento demografico incide senz’altro l’onda lunga del Covid – commenta il sindaco Christian Giordano a proposito dei dati del censimento 2021 – i morti riflettono i numeri dell’ultimo biennio, mentre le nascite sono allineate al trend nazionale, nettamente in discesa. Sicuramente nel 2022 ci saranno meno morti rispetto alla recrudescenza della pandemia».

I numeri sono chiari: meno residenti, meno nascite, più morti. La popolazione scende da 5.610 a 5.518 continuando la decrescita interrottasi nel 2012, quando si era raggiunto il record di 5.903 abitanti. I morti sono stati 72 (74 nel 2020) non compensati dalle nascite (32). Anche i nuovi residenti non compensano quelli che hanno lasciato Villanova: 186 contro 238.

Scendono anche i nuclei familiari che passano dai 2.340 del 2020 ai 2.312 del 2021. Tre le convivenze registrate, invariate rispetto all’anno precedente. I nuovi matrimoni sono stati 23 con netta prevalenza di quelli con rito civile: 17 contro i 6 religiosi. Scendono anche i residenti stranieri: erano 463 a fine 2020, sono 450 a fine 2021 e rappresentano l’8% della popolazione residente. La comunità più numerosa è quella romena (171 residenti), seguita da quella marocchina (104) e da quella albanese (72). Sono 32 le nazionalità dei cittadini stranieri presenti in paese.
Altro dato in linea con l’andamento nazionale è quello della prevalenza femminile (2.858) nei confronti della popolazione maschile (2.723).

«Molti residenti esteri sono stati cancellati dall’anagrafe perché non più reperibili. Speriamo però che le dinamiche legate all’occupazione portino nuovi arrivi – conclude il sindaco – ci vuole fiducia del futuro. Il sostegno alle famiglie con le nuove politiche nazionali dell’assegno unico potrebbero invertire le dinamiche sulla natalità. Non possiamo rassegnarci a quello che anche il Papa ha definito “l’inverno demografico” che se non contrastato porterà allo spopolamento del nostro Paese».

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