È scontro tra sindacati e azienda alla Dierre di Villanova per il licenziamento di un operaio vistosi assegnare dal medico competente alcune limitazioni alle capacità lavorative. Dopo alcuni giorni dalla visita medica, il dipendente che lavorava nell’azienda produttrice di porte blindate da 18 anni, si è visto accompagnare alla porta con una lettera di licenziamento per “giustificato motivo oggettivo”.
«La Dierre sostiene che non ci siano mansioni adatte al lavoratore – dice Vito Carelli, segretario provinciale della Fiom Cgil – mi stupisco che in un’azienda che comprende quattro stabilimenti non ci sia una postazione di lavoro adatta alle sue capacità».
Le organizzazioni sindacali, oltre ad esprimere la solidarietà all’operaio licenziato, si sono già attivate per chiedere all’azienda di ritornare sui suoi passi.
«Nelle assemblee in azienda stabiliremo quali forme di lotta mettere in campo – aggiunge Carelli – non è escluso lo sciopero».
L’azienda sostiene di aver rispettato le procedure di legge. Con un laconico comunicato ha fatto sapere di “aver agito nel pieno rispetto delle procedure esistenti e nei tempi previsti dalla normativa – scrivono dalla Dierre – Di fatto il lavoratore è stato al momento esonerato dalla prestazione lavorativa con diritto alla retribuzione, in attesa della conclusione della procedura prevista dalla legge. Per la delicatezza del procedimento e per la lunga vertenza che ci vede coinvolti non è opportuno entrare nel merito della specifica vicenda”.
«Si tratta di un precedente gravissimo – aggiunge Salvatore Pafundi della Fim Cisl – l’accordo integrativo aziendale prevede che ci siano delle consultazioni con i sindacati prima di un licenziamento, ma noi l’abbiamo saputo solo a cose fatte. In 45 anni di rapporti con l’azienda non si era mai verificata una cosa del genere. E’ un fatto che pregiudica pesantemente le relazioni sindacali tra le parti. L’azienda ci ripensi».