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Attualità

Visite in casa di riposo: ecco le linee guida della Regione

La facoltà di riaprire a parenti e amici spetta alle singole strutture residenziali, ma il Comitato dell’Unità di Crisi ha dettato delle indicazioni tecniche generali

Anziani isolati da quattro mesi

Giorno più, giorno meno, sono quattro mesi che gli anziani ricoverati nelle Rsa non ricevono visite dei loro parenti. Grandi sorvegliate speciali e, purtroppo, troppo spesso focolai di contagi, le case di riposo sono rimaste “blindate” all’esterno per contenere al massimo l’ingresso del virus che, negli anziani ospiti, avrebbe trovato terreno fertile per mietere vittime. Come purtroppo è avvenuto in più di una struttura.

Ma con una situazione, quella attuale, lontana dall’emergenza sanitaria e con un trend che tende all’azzeramento di contagi, si fa sempre più pressante la richiesta di ospiti e parenti di potersi reincontrare di persona.

Le videochiamate non bastano più

Non bastano più le semplici telefonate o, nei casi migliori, le videochiamate per accontentare la voglia di riabbracciarsi. E se per i parenti l’attesa è stata durissima, con mesi caratterizzati dal terrore della telefonata della direzione sanitaria che avvisava dell’avvenuto contagio del proprio caro, per gli anziani ospiti questo periodo di isolamento totale è stato fonte di declino fisico e mentale.

Gli anziani pensano di essere stati abbandonati

Non rivedere i propri coniugi, figli, nipoti, amici li ha gettati nello sconforto. La sensazione di essere stati abbandonati è sempre più diffusa, soprattutto fra chi non ha più sufficiente lucidità per comprendere la gravità della situazione. Le Oss hanno un bel raccontare che non è colpa di nessuno, che il divieto di visite è imposto per la loro salute: è più forte la paura dell’abbandono e quella di non riuscire più a vedere i propri cari di persona. Le direzioni sanitarie delle strutture hanno confermato che è molto diffuso un peggioramento delle condizioni di salute degli ospiti dovuto proprio a questo prolungato distanziamento.

Decide ogni singola struttura come e quando riaprire alle visite

Un piccolo spiraglio lo apre la Regione Piemonte con l’approvazione delle linee di indirizzo per la graduale ripresa delle visite nelle strutture residenziali.

«Il Governo ha stabilito che le facoltà di riapertura sia in capo alle direzioni sanitarie e non alla regione – ha sottolineato l’assessore Icardi – ma queste indicazioni tecniche dettate dal Comitato tecnico scientifico della nostra Unità di Crisi, possono essere prese ad esempio per una graduale ripresa delle visite facendo il possibile per venire incontro alle esigenze di tutti tenendo conto che la sicurezza viene prima di ogni cosa».

Solo su appuntamento

Per quanto riguarda le visite agli ospiti, le linee di indirizzo prevedono che debbano essere effettuate esclusivamente su appuntamento con programmazione della direzione e consentite solo nelle aree pertinenziali e non residenziali o comunque in spazi dedicati esclusivamente agli incontri con un accesso diretto dall’esterno.

Ingressi limitati e scaglionati con limitazione del numero di visitatori presenti in contemporanea ovviamente con disinfezione delle mani in entrata e in uscita e utilizzo dei Dpi necessari.

Contatto fisico vietato

Viene dettato un divieto assoluto di contatto fisico: gli incontri devono avvenire in presenza di barriere come vetro, plexiglass e altro sotto la stretta sorveglianza di un operatore debitamente formato.

Se è facile garantirne la sorveglianza, le strutture possono scegliere degli spazi all’aperto per gli incontri.

I visitatori dovranno fornire risposte circa le loro condizioni di salute già all’atto della prenotazione telefonica e, una volta in struttura, dovranno essere sottoposti alla misurazione della temperatura prima dell’ingresso.

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