Le strutture residenziali riaprono alle visite dei famigliari: lo consente l’ordinanza del Ministero della Salute dell’8 maggio. Ma gli incontri devono avvenire secondo precise regole, per garantire la sicurezza degli ospiti ed evitare ogni rischio di contagio.
Infatti anche in fase di forte riduzione dei casi di Covid-19, è imprescindibile mantenere un’altissima attenzione all’applicazione stringente delle misure di contrasto alla diffusione del virus, al fine di evitare ogni possibile nuovo focolaio. Soprattutto nelle comunità di persone fragili, il livello di attenzione deve continuare ad essere massimo e la meticolosa verifica dello stato di salute dei visitatori rappresenta un’importante misura di tutela della sanità pubblica di tutta la comunità.
L’ingresso è consentito solo ai visitatori o famigliari in possesso di certificazione verde (comprovante lo stato di avvenuta vaccinazione o guarigione all’infezione da Sars-CoV-2 da meno di sei mesi, ovvero l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo). Il possesso di tale certificazioni non sostituisce il rispetto delle misure di prevenzione e contrasto alla diffusione del contagio: tutte le persone esterne alla struttura devono indossare i dispositivi di protezione previsti (mascherina FFP2 o superiori, senza filtranti facciali), praticare l’igiene delle mani (già all’ingresso della struttura), limitare i tempi di permanenza nella struttura e rispettare la distanza di sicurezza.
Resta in ogni caso interdetto l’accesso a tutti coloro che presentino segni e sintomi suggestivi di infezione Covid-19 (anche lievi), o che abbiano avuto un contatto stretto con casi di Covid-19. A tal fine viene compilata una check list di valutazione per chiunque debba accedere alla struttura; inoltre il visitatore deve firmare un “patto di condivisione del rischio”.
Accessi programmati
Tutti gli accessi in struttura devono essere programmati e autorizzati e sono sospesi in presenza di almeno un caso confermato o di focolai di casi con quadri clinici riconducibili, con alta probabilità, a Covid-19 oppure di un incremento significativo di casi nella comunità locale. In caso di non autorizzazione, per quanto riguarda i famigliari sono comunque possibili modalità alternative di contatto con il proprio caro, come le videochiamate tramite tablet e smartphone.
Laddove possibile, in condizioni meteorologiche favorevoli, compatibilmente con le condizioni dell’ospite, è preferibile la visita in spazi esterni, rispettando comunque i requisiti di distanziamento fisico e, in generale, le regole di igiene e sicurezza. Le visite all’interno della struttura sono effettuate in locali specificatamente adibiti, separati dalle aree comuni e da quelle frequentate dagli altri ospiti e dagli operatori. Se la visita viene effettuata al letto dell’ospite per impossibilità a muoversi (fine vita, fratture, allettamento, ecc.), occorre prevedere la presenza di un solo famigliare, areare la stanza dopo la visita esterna e sanificare superfici di appoggio e sedia utilizzata.
Le visite hanno una durata indicativa di 30 minuti e non è permesso l’accesso di più di un visitatore per ospite per evitare congestionamento delle aree visita. Tuttavia, qualora le condizioni strutturali lo consentano o all’aperto possono essere autorizzati 2 visitatori. Sconsigliati i bambini sotto i 6 anni.
Vietato abbracciarsi
Se possibile, sono organizzati percorsi di ingresso ed uscita differenziati. Dove questo non è fattibile, è fondamentale evitare sovrapposizioni tra i flussi in uscita e quelli in ingresso. Durante la visita deve essere mantenuta una distanza minima di un metro dall’ospite e dalle altre persone; non sono consentiti abbracci, baci, strette di mano.
È consentito portare beni di conforto, purché confezionati e sanificabili. Successivamente alla visita, nei 14 giorni successivi, il famigliare è tenuto a segnalare tempestivamente alla direzione della struttura ogni eventuale cambiamento del proprio stato di salute (febbre, sintomi respiratori, ecc,). Tale disposizione è particolarmente importante per consentire di tracciare i potenziali contatti e provvedere ad eventuali isolamenti precauzionali.
[foto di repertorio della Casa di Riposo “Città di Asti”]