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«Votatemi, anzi no: non sono in lista»Il cittadino che si credeva candidato
Attualità

«Votatemi, anzi no: non sono in lista»
Il cittadino che si credeva candidato

Alessandro Pavese, quarantenne viticoltore e consigliere comunale di Vinchio, era convinto di essere candidato alla Camera per Centro Democratico. Il suo nome è presente negli elenchi indicati nei moduli per la raccolta firme, inoltre la sua candidatura ha fatto una rapida comparsa sulla stampa locale. Salvo essere smentita dai nomi ufficializzati sul sito del movimento politico…

Candidato o non candidato? Nelle liste pubblicate sul sito web del Centro Democratico, nuova formazione che correrà a fianco del Partito Democratico alle elezioni politiche con Bruno Tabacci e Massimo Donadi tra gli esponenti di punta, il quarantenne viticoltore e consigliere comunale di Vinchio Alessandro Pavese non c’è. Eppure il suo nome è ben presente negli elenchi indicati nei moduli per la raccolta firme; allo stesso modo, la sua candidatura ha fatto una rapida comparsa sulla stampa locale, salvo essere smentita dai nomi ufficializzati sul sito www.ilcentrodemocratico.it. Di “correre” per la Camera dei Deputati, pur se in 19° posizione, Pavese ne era convinto fino alla settimana scorsa. A fargli scoprire che la realtà dei fatti era diversa, sono stati solo i contatti con il nostro giornale.

«La cosa mi ha sorpreso e lasciato molto dispiaciuto – commenta l’interessato – soprattutto per non averlo saputo dai miei riferimenti all’interno del partito, che non si sono presi neanche la briga di avvisarmi. Sono stati molto maleducati». Pavese, racconta, era stato contattato dalla nuova formazione politica pochi giorni prima di Natale: «Mi ha telefonato Gianni Vignuolo, politico alessandrino con cui ero già entrato in contatto, proponendomi la candidatura. Ho rimandato la decisione, ma alla sua chiamata successiva, il 4 gennaio, ho scelto di accettare. Ci siamo allora risentiti per comunicare tutti i miei dati, dopodiché il 12 gennaio sono stato a Torino per espletare le altre pratiche necessarie».

Il consigliere di Vinchio si era dato inoltre disponibile per la raccolta firme per il partito: «Mi è stato detto però che non c’era bisogno, sebbene da altri esponenti locali di Centro Democratico ho saputo che sarebbe stato utile contribuire alla raccolta. Ho contattato Gianfranco Berta, candidato al Senato, che mi ha consegnato alcuni moduli e ho potuto reperire una decina di firme, subito consegnate». La mattina del 21 gennaio, una nuova telefonata dai vertici regionali: «Mi veniva chiesto di recarmi il prima possibile a Novara per una firma mancante. Ho fatto presente di avere serie difficoltà a mollare tutto e correre fin là. Mi hanno detto che mi avrebbero fatto sapere. Quando poi, scoperto di non essere più in lista, ho chiesto chiarimenti, mi è stato detto che la colpa è della corte d’appello di Novara». La firma del 21, insomma, sarebbe stata indispensabile. «Mi hanno proposto, per rimediare, una candidatura al Parlamento Europeo per il prossimo anno, ma mi sono rifiutato. Non è così che ci si comporta».

Fulvio Gatti

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