Mentre in alcune regioni del centro Italia cresce l’attenzione sul West Nile Virus, anche a seguito di diverse morti causate dallo stesso, sebbene su soggetti fragili con quadri clinici già complessi, nell’Astigiano la situazione sembra essere sotto controllo. L’Asl, interpellata a riguardo, conferma che fino a oggi non ci sono state segnalazioni di soggetti punti da zanzare culex pipiens (il genere che trasmette il virus e da non confondere con la zanzara tigre, a sua volta presente nell’Astigiano) finiti all’ospedale per cure specifiche. Questo anche per il fatto che l’80% di casi di West Nile è asintomatico e chi viene infettato quasi sempre non sa di esserlo. Solo l’1% del restante 20% sviluppa i sintomi della malattia gravi, tali da richiedere l’intervento dell’Asl perché, il più delle volte, si ha una leggera febbre, mal di testa e nausea che passano in pochi giorni.
Comunque la diffusione del West Nile Virus non nasce quest’anno, ma con il cambiamento climatico e una maggiore diffusione delle zanzare (che oggi hanno la possibilità di riprodursi con più facilità). La vera lotta contro il virus risiede nella prevenzione e nella capacità degli enti preposti di limitare la presenza di larve con piani di contenimento cofinanziati dalla Regione.
A sovrintendere l’azione di monitoraggio e i piani di contenimento delle zanzare è l’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente), una partecipata dagli enti locali che si occupa di condurre anche campagne di informazioni e prevenzione tra la cittadinanza. In Piemonte ci sono 215 Comuni, suddivisi per zone geografiche, che si appoggiano all’Ipla per effettuare la lotta alle zanzare (culex e tigre in primis), ma tra questi non c’è il Comune di Asti che non aderisce all’Ipla perché, come conferma l’assessore all’Ambiente Luigi Giacomini, «la città ha delegato all’Asp tutto ciò che riguarda il contenimento delle zanzare». Se escludiamo le aree private (terrazzi, balconi, cortili) nelle quali è il cittadino che deve intervenire per eliminare le larve delle zanzare, le zone pubbliche più a rischio sono i tombini, i parchi, le fontane e le aree vicine a fiumi e torrenti dove la presenza di acqua è ideale per la riproduzione. L’Asp, quindi, come intervenire sul problema? «Il contratto di servizio tra Asp e Comune di Asti – spiegano dalla multiutility – prevede che, per l’eliminazione delle larve di zanzare presso i tombini stradali su suolo pubblico, vengano effettuati quattro interventi all’anno. Sono stati effettuati interventi nei mesi di giugno e luglio, ogni volta sui circa 10.000 tombini della città. Altri interventi verranno effettuati nei mesi di agosto e settembre».
Diversamente, tra i progetti regionali dell’Ipla di lotta alle zanzare, spicca nell’Astigiano quello dei Comuni di Castello di Annone, Cerro Tanaro, Refrancore e Rocchetta Tanaro che si sono uniti con l’obiettivo di contenere la presenza delle zanzare e delle malattie a esse collegate. Sempre sotto la regia dell’Ipla, ma su altri progetti di area vasta, troviamo i Comuni di Villanova, Grazzano Badoglio, Moncalvo e Penango.
Anche la Regione Piemonte, a sua volta, intende essere più incisiva nella lotta alle zanzare. Qualche giorno fa l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha avuto una riunione al Ministero della Salute «per chiedere l’utilizzo del Fondo Sanitario Nazionale per la lotta alle zanzare, perché la prevenzione delle malattie trasmissibili dovute a questi insetti è diventata un tema sanitario e quindi non più rinviabile».
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