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ALLEVAMENTO LA RONDINE ()
Attualità
Innovazione e ambiente

Zootecnia tra importanti conquiste e rinnovati obiettivi

Il punto con il vice presidente Coldiretti Asti Andrea Rabino

Meno aziende, ma di più grande dimensione e contraddistinte da innovazione e cura dell’ambiente, disegnano l’evoluzione della zootecnica astigiana Coldiretti, tra conquiste importanti e rinnovati obiettivi all’orizzonte. A fare il punto sulla zootecnica astigiana è il vice presidente di Coldiretti Asti nonché presidente di Anaborapi Andrea Rabino, allevatore a Villafranca d’Asti.

“Tra gli ultimi e più importanti risultati della Coldiretti c’è stata la messa al bando della carne e dei cibi sintetici, a salvaguardia della salute umana e per preservare, tra le altre, le caratteristiche della Razza Piemontese e dei cibi italiani in generale, in quanto più sicuri e sostenibili grazie ai rigorosi disciplinari di produzione e alle severe norme vigenti in Italia” sottolinea Rabino. “Divieto che, tra l’altro, impedisce il pericoloso monopolio del cibo in mano a poche superpotenze mondiali”.

“In Italia, a maggior garanzia per il consumatore e a miglior tutela della alta reputazione dei nostri allevatori,” prosegue il vice presidente Coldiretti Asti, “il benessere e la cura animale sono vigilati direttamente dal Ministero della Salute, a differenza del resto del mondo, dove avvengono da parte del Ministero dell’Agricoltura”.

Tra i numerosi progetti in itinere, dallo scorso ottobre, Coldiretti Piemonte, insieme ad Anaborapi e a Coalvi, porta avanti il percorso volto alla tracciabilità nel canale Ho.Re.Ca..

“La nostra richiesta è mirata ad avere etichette che riportino: nato, allevato, macellato e razza, a tutela della Razza Piemontese, oltre che di tutte quelle autoctone nazionali, e per avere contezza e certezza di ciò che si mangia” prosegue Rabino. “Un passaggio che mancava per chiudere il cerchio della più alta e trasparente tracciabilità sui cibi, garantita in Italia”.

Tra i nuovi obiettivi, anche la ricerca e la messa a disposizione delle informazioni scientifiche in termini sostenibilità.

“Per combattere pregiudizi e fake news, occorre fare chiarezza, a partire dal diritto e dovere di sapere la verità, quindi, di essere consapevoli del lavoro dell’allevatore, delle normative, dell’osservanza dei diversi disciplinari e di cos’è la sostenibilità” sottolinea Rabino. “Gli allevamenti immettono il 5% C02 in atmosfera, ma per la maggior parte si tratta di metano, che viene degradato nell’ambiente nel corso di 8-12 anni. Parliamo di un ciclo continuo che, partendo dalla trasformazione delle colture e dei prati stabili, determina un impatto positivo, che si traduce in un miglioramento dal punto di vista ambientale pari al 10%”.

Nell’astigiano gli allevamenti bovini Coldiretti sono olre 420 e contano circa 26mila capi, in gran parte allo stato semi brado.

“I nostri allevatori sono punto di forza e risorsa dell’economia agricola astigiana” conclude Rabino; “non parliamo di allevamenti intensivi, ma di allevatori virtuosi che, sempre, lavorano nel rispetto del benessere animale e nel recupero delle razze autoctone. Allevatori garanti di un ecosistema e di un paesaggio, che non lascia il passo all’incolto e all’avanzare del bosco. Col loro lavoro sanno rivitalizzare le aree rurali e prendersi cura dei territori. Impegni importanti e preziosi che vanno riconosciuti e premiati anche a livello economico. Chi fa la differenza va incentivato e aiutato. Concludendo, basta generalizzazioni; piuttosto, si prendano ad esempio i virtuosismi locali che, nell’astigiano, si distinguono numerosi con sudore e fierezza. Come Coldiretti, per primi, abbiamo richiesto la messa al bando del cibo sintetico e la tracciabilità della carne anche nell’Ho.re.ca.. Rispetto alla carne sintetica, in particolare, continuiamo ad essere aperti alla ricerca, ma non accettiamo che la sperimentazione si faccia sulle persone”.

Nella foto, l’Allevamento “La Rondine” della famiglia Rabino.

 

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