Gli investigatori della Squadra Mobile di Cuneo l’hanno definita, senza mezze parole una “centrale di produzione” strutturata e nascosta gestita modo attento e professionale. Parlano della cascina sperduta sulle colline di Canelli dove sono arrivati seguendo le tracce dello spaccio sulla piazza del capoluogo della Granda.
Un’indagine originata nei mesi scorsi da un aumento ingiustificato di quantità di marijuana di cui, soprattutto i più giovani, avevano disponibilità a Cuneo. Risalendo la piramide dello spaccio, sono arrivati al maxisequestro di 47 chili di marijuana già pronta per lo spaccio, di 225 piante coltivate e altro materiale per la coltivazione.
Due le persone arrestate e una terza indagata a piede libero.
I poliziotti sono arrivati fino al casolare sperdute sulle colline di Canelli, situato in un’area isolata, protetta dal bosco. Si tratta di una cascina su due piani all’interno della quale era stata realizzata una serra professionale in piena regola per la coltivazione delle piante di marijuana. Era stato realizzato un impianto idrico che consentiva all’acqua piovana di essere congoliata all’interno della struttura e l’energia elettrica era prelevata direttamente da un palo della luce vicino alla casa. Notevole anche l’impianto di aspirazione e ventilazione con filtri a carboni attivi che impedita la fuoriuscita del caratteristico odore di marijuana. Viste le quantità coltivate e lavorate, l’odore intenso avrebbe rappresentato un pericolo serio per la “centrale” nascosta.
Il tutto completato da lampade per coltivare al chiuso, impianto di irrigazione interna, deumidificatori, trasformatori per la corrente elettrica che rubavano direttamente dal palo dell’Enel.
Nel casolare canellese è stato effettuato il primo arresto, quello di Dode Halilaj, 28 anni, custode della struttura, albanese incensurato ciunto in Italia a inizio luglio con un visto. Quando i poliziotti di Cuneo hanno effettuato il blitz, oltre alle 225 piante in vaso hanno trovato anche una grande quantità di piante in fase di essiccazione al primo piano della casa.
Il secondo arresto ha riguardato Besmir Luzaku, 30 anni, anche lui albanese, fermato dalla Polizia poco prima del suo ritorno in Albania. E’ stato infatti arrestato presso un affittacamere con le valigie già pronte. Coinvolto anhe un connazionale residente a Cuneo che è stato solo indagati in quanto è considerato l’uomo di fatica che aiutava i due ad occuparsi della coltivazione nella cascina di Canelli.
Quello che i poliziotti della Mobile di Cuneo hanno accertato è che queste tre persone si dedicavano esclusivamente alla coltivazione della marijuana e alla sua essiccazione mentre i passaggi successivi erano in mano ad altri.
L’operazione ha portato a numerosi e lunghi appostamenti intorno al casolare da parte degli investigatori i quali, più di una volta, hanno anche dovuto difendersi dai cinghiali che girano indisturbati in zona.
d.p.