Nella “bomboniera” che è il piccolo negozio di Asti Time tutto rifatto, sulla scrivania ad angolo c’è una foto che apparentemente poco appartiene al mondo degli orologi: è quella della vetrina infranta con la Polizia che fa i rilievi dopo il maxi furto di cui è stato vittima il titolare due mesi fa.
«L’ho fatta ingrandire e inquadrare per avere sempre sotto gli occhi un consiglio importante: “Mai abbassare la guardia”» spiega il titolare Simone Massirio.
Il colpo è avvenuto due mesi fa, nel cuore della notte, quando alcuni malviventi, usando un camioncino come “ariete”, hanno sfondato la vetrina e in meno di 4 minuti, si sono portati via la cassaforte smurata con l’ausilio di potenti pinze idrauliche. Dentro c’erano orologi per 500 mila euro.
«Fra il danno al negozio, il valore degli orologi rubati, i soldi che ho dovuto restituire ai clienti che già me ne avevano prenotati e pagati e il rifacimento della vetrina che ora è super blindata oltre al mancato fatturato di questi due mesi – fa i conti Massirio – arriviamo ad un danno molto vicino al milione di euro, se non di più. E se le persone pensano che sia una briciola, visto che si maneggiano articoli molto costosi, si sbagliano, perché il nostro margine di guadagno è molto risicato».
Massirio non si è arreso e ha rimesso su il negozio con un’entrata e una vetrina di “spessore”, nel vero senso della parola. Inoltre, pur senza svelarne i dettagli, ha assicurato che sono state prese tutte le precauzioni per non subire più un danno come quello patito agli inizi di ottobre.
«Dal giorno della denuncia non ho più avuto notizie sulle indagini della Polizia – dice – e, pur monitorando i maggiori siti che si occupano di vendita di orologi di pregio come quelli che mi sono stati rubati, non ne ho trovati che potessero essere riconducibili ai miei».
I ladri avevano scelto un momento “buono” dell’anno, quello in cui si comincia a fare un carico maggiore di prodotti belli in vista dei regali di Natale. Che erano stati tutti pubblicizzati da Asti Time sul suo sito e sui suoi canali social. Ma dove possono essere finiti?
«Normalmente ci sono due vie – risponde Massirio – La prima è quella della vendita totalmente clandestina per contanti ad amatori. Che comunque rischiano forte ad acquistarli senza tracciabilità di pagamento, ricevute, garanzie. L’altra è quella che porta ai cosiddetti “orologi Frankenstein” in cui parti originali vengono assemblate con parti non originali per creare un unico orologio che può sembrare autentico ad un occhio non esperto». Così, da un orologio originale, si può arrivare a costruirne anche tre non originali e triplicare il guadagno al mercato parallelo ed illegale.
Anche se c’è il riserbo sulle indagini, è probabile che la banda che ha colpito ad Asti sia la stessa che sta mettendo a segno furti con medesime modalità in tutta Italia. Puntando sempre allo stesso tipo di refurtiva: orologi di lusso.
«Ho comprato nuovi orologi e riparto, anche se la batosta è stata pesante – conclude Massirio – A confortarmi sono state le tante attestazioni di stima dei clienti e dei colleghi».