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Cronaca

A lezione per non cadere
nelle trappole di internet

Ragazzi che finiscono in chat per adulti o che sono vittime di bulli che li attaccano sui social network. Adolescenti che, mentre navigano su siti considerati sicuri, cliccano inconsapevolmente su un

Ragazzi che finiscono in chat per adulti o che sono vittime di bulli che li attaccano sui social network. Adolescenti che, mentre navigano su siti considerati sicuri, cliccano inconsapevolmente su un link che li porta ad aprire un sito pornografico e che, tra l'altro, diffonde un pericoloso virus sul loro computer. E' per cercare di evitare fatti come questi che anche quest'anno sarà proposto alle scuole astigiane il progetto "Informi@moci", presentato giovedì in conferenza stampa, promosso dall'Ufficio scolastico territoriale in partenariato con Unicef e associazione di volontariato "Mani colorate", in collaborazione con la Polizia postale, il Servizio Patologia da dipendenze dell'Asl e il patrocinio della Provincia.

Il progetto
«Il progetto – ha spiegato Piero Baldovino, presidente dell'associazione "Mani colorate" – è rivolto alle scuole elementari, medie e superiori che ne faranno richiesta. Prevede un corso di formazione costituito da workshop per studenti, insegnanti e genitori sui temi della sicurezza in rete e dell'uso responsabile dei social network, dando continuità ai sette progetti precedenti che hanno portato indubbi benefici tra chi li ha seguiti. Per quanto riguarda gli studenti saranno attivati anche dei laboratori da svolgersi in orario scolastico, mentre limitatamente ai genitori si tratterà anche il tema della dipendenza da internet, fornendo direttive e accorgimenti per intervenire efficacemente sul problema».

Web e dipendenza
Ad approfondire il tema Daniela Ciriotti del Servizio di Patologia da dipendenze dell'Asl. «Anche se non c'è ancora una diagnosi certa e condivisa – ha sottolineato – recenti pubblicazioni internazionali hanno evidenziato che l'utilizzo della Rete può indurre dipendenza psicologica e danni psichici e funzionali. In generale, comunque, si può già dire che un uso eccessivo di messaggistica e internet può portare nei ragazzi conseguenze quali l'incapacità di saper aspettare, vista la velocità con cui si ottiene una risposta con i nuovi mezzi di comunicazione».
Ma non solo. Gloria Fasano, psicoterapeuta e presidente provinciale Unicef, ha aggiunto che «l'uso imperante anche solo della messaggistica comporta nei più giovani un crescente analfabetismo relazionale, ovvero l'incapacità di entrare in relazione con gli altri, gli adulti e le autorità». «Per questo – ha continuato – crediamo molto nell'importanza del progetto, cui aggiungeremo due "fasi" collegate. Infatti sottoporremo un questionario agli alunni delle scuole, differenziato per età, volto ad indagare il fenomeno dell'utilizzo del digitale. I risultati raccolti, elaborati dall'Istituto di ricerca "Adler" di Torino, verranno resi noti nel convegno in programma il 21 novembre al Teatro Alfieri».

I pregi di internet
A sottolineare un concetto condiviso da tutti i promotori è stato poi il dirigente dell'Ufficio scolastico territoriale Franco Calcagno: «Internet e social network – ha ricordato – sono strumenti di comunicazione utili e un bellissimo veicolo di contatto e condivisione. Ma, in particolare per i giovani, necessitano di una guida per un loro adeguato utilizzo, dato che possono celare potenziali rischi».

I rischi
Ma come ci si può difendere? «L'utilizzo più sicuro possibile delle nuove tecnologie – ha ricordato Ezio Cardinale, Sovrintendente della Polizia postale che, in qualità di relatore degli incontri nelle scuole, ha parlato finora con 25mila tra ragazzi e genitori – si fonda su tre parole chiave: conoscenza, consapevolezza e prevenzione. In sostanza, per usare il web bisogna possedere un minimo di conoscenze di base, e non "buttarsi" come fa qualcuno, proprio come per guidare l'auto bisogna avere la patente. Ecco, quindi, che i bambini non vanno lasciati liberi di navigare da soli ore e ore senza filtri perché, anche inconsapevolmente, possono capitare su siti non adatti a loro. Per quanto riguarda i più grandi, invece, noi spieghiamo sempre che il web è come la vita reale, valgono le stesse regole. Quindi, per fare un esempio, se un ragazzo è preso di mira su un social network dai bulli, si rivolge certamente alla Polizia postale ma al contempo cancella il profilo, dproprio come si allontanerebbe da una cattiva compagnia in piazza. Sembra banale, ma le vittime non lo fanno». «E' quindi necessario – conclude – che i genitori possiedano le conoscenze di base e non abbandonino i loro figli nell'utilizzo di questi strumenti, ben consapevoli, tuttavia, che l'uso scorretto del web rappresenta solo una piccola fetta del totale».

Elisa Ferrando

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