Svelato il motivo per cui anche sul tragico incendio allo store cinese di Monticello d’Alba in cui ha perso la vita il titolare di 36 anni, stanno indagando i Carabinieri della Compagnia di Canelli che, a rigor di logica, non sarebbero competenti territorialmente.
Invece lo sono, eccome, dal punto di vista investigativo.
Ieri mattina, in tribunale ad Asti, è stato convalidato l’arresto di una cittadina di origine bulgara accusata di omicidio in conseguenza di altro reato, oltre che di incendio.
Ed è grave l’ipotesi accusatoria che accompagna la contestazione dei reati. Secondo gli investigatori, coordinati dal pm Laura Deodato, infatti, la donna aveva trovato un modo per non pagare la spesa: si recava in un supermercato o grande magazzino, metteva nel carrello quello che desiderava e, al momento di andare alla cassa, si nascondeva fra gli scaffali e provocava un incendio. Nella confusione che si generava appena gli impianti antincendio davano l’allarme e la gente spaventata fuggiva, lei si dileguava senza pagare il conto.
E una prova generale sarebbe stata quella avvenuta al centro commerciale il Castello di Canelli (cui si riferisce la foto in copertina), nella giornata di giovedì della scorsa settimana, quando un’alta colonna di fumo si era alzata dal magazzino del grande negozio di scarpe, una delle ultime attività commerciali rimaste aperte.
I Vigili del Fuoco avevano confermato che si trattava di un incendio appiccato dolosamente e i carabinieri, visionando le telecamere interne ed esterne, avevano isolato una potenziale e molto probabile autrice dell’incendio che si allontanava a bordo della sua auto poco dopo l’allarme.
Identificata, avevano trovato il modo di seguirla per capire meglio le sue condotte. Ed è per questo motivo che, pochi giorni dopo, erano già sulle sue tracce quando è scoppiato un altro incendio, questa volta in un piccolo supermercato a Monticello d’Alba, l’Ipershop Express proprio mentre lei era dentro a fare la spesa.
Stesso modus operandi, ma questa volta ci ha perso la vita il titolare. Che, al momento dell’inizio dell’incendio non era in negozio ma dal commercialista. La moglie e un dipendente lo hanno avvertito di quanto stesse accadendo e lui è tornato nel suo negozio, passando dal retro, dove nessuno si è accorto del suo rientro. Il suo corpo senza vita è stato trovato solo a spegnimento avvenuto, da parte della squadra di Vigili del Fuoco intervenuta. Con ogni probabilità l’uomo è tornato al magazzino per salvare merci e documenti ma è rimasto letalmente intossicato dai fumi. Intossicata anche la moglie ricoverata all’ospedale di Verduno.
Così la donna bulgara arrestata, pur non avendo compiuto direttamente l’omicidio, avendo appiccato l’incendio deve rispondere di omicidio come conseguenza di altro reato.
E’ stata arrestata e ieri mattina, difesa dagli avvocati Alessia Trinchero e Renata Broda, si è tenuta l’udienza di convalida nel corso della quale ha mantenuto il più stretto silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Le generalità non sono state rese note, ma si sa che vive nel Canellese.