Una storia terribile che risale al marzo scorso è già approdata in tribunale dove si è celebrato nei giorni scorsi il processo in rito abbreviato davanti al Gup Morando.
Imputato un ragazzo di 21 anni, astigiano che deve rispondere di violenza sessuale e lesioni nei confronti di una donna di vent’anni più grande di lui.
Le lesioni sono quelle provocate alle parti intime interne della donna che, all’epoca del fatto, era stata anche sottoposta ad intervento chirurgico all’ospedale di Asti. Gli inquirenti (le indagini erano state effettuate dalla Squadra Mobile di Asti) avevano ipotizzato che i tagli fossero stati fatti con il vetro di una bottiglia rotta.
All’imputato e ad un amico anch’egli sotto processo per favoreggiamento, gli investigatori erano arrivati grazie all’analisi delle telecamere di videosorveglianza lungo il tragitto indicato dalla donna in sede di denuncia dopo essere giunta in Pronto Soccorso. Per l’amico imputato di favoreggiamento, il difensore avvocato Voarino ha avanzato una proposta di patteggiamento e una proposta risarcitoria che verranno discusse e formalizzate alla prossima udienza.
Tutto era iniziato in una pizzeria della zona sud della città dove, al compleanno di una ragazzina, si erano incontrati la donna e l’imputato, cugino della festeggiata.
I due, dopo la festa e un po’ alticci entrambi, si erano appartati in auto e avevano consumato un rapporto sessuale.
La donna venne poi riportata a casa e raggiunse il suo appartamento.
Fu una residente del condominio ad accorgersi della presenza di una larga pozza di sangue fresco nell’androne del palazzo e a chiamare la Polizia; gli agenti intervenuti, seguendo le tracce di sangue arrivarono all’alloggio della vittima e chiamarono subito i soccorsi per fermare l’emorragia.
Andando a recuperare tutti i filmati delle telecamere sulla strada verso la casa della donna, avevano identificato l’auto che l’aveva riportata a casa a bordo della quale c’erano due giovani. Che, peraltro, ritornarono anche una seconda volta nel giro di mezz’ora per riportare lo zainetto della donna che era rimasto in auto.
La donna aveva riconosciuto in uno di loro quello con il quale aveva avuto un rapporto sessuale.
L’imputato, difeso dall’avvocato Denise Laforè, ha sempre ammesso sia l’incontro in pizzeria che l’atto sessuale ma nega fermamente di aver fatto del male alla donna e meno che mai di averla ferita con un coccio di bottiglia o altro oggetto tagliente. Una dichiarazione che ha ribadito anche in sede processuale, rendendo spontanee dichiarazioni davanti al gup Morando.
Sull’altro banco il pm Macciò che invece ha argomentato la sua convinzione della responsabilità dell’imputato chiedendo una condanna a 4 anni e 8 mesi. Presente nel processo anche la donna, costituita parte civile con l’avvocato Jacopo Evangelista.
La sentenza è attesa per il 23 dicembre.