Protesta in corso, in piazza Catena, da parte di un gruppo di circa venti profughi ospiti del centro di accoglienza ospitato nell'ex seminario vescovile, tanto che quel lato della piazza è rimasto bloccato fino a pochi minuti fa.
Una ventina di richiedenti asilo sono scesi in piazza con tanto di cartelli e slogan di protesta principalmente contro la responsabile della struttura in carico alla cooperativa Sanitalia.
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Le cose di cui si lamentano
Tante le cose delle quali gli stranieri si lamentano e, a giudicare dal numero di interventi delle forze dell'ordine per sedare le discussioni sempre più animale, non è la prima volta che emergono le rivendicazioni su una gestione ritenuta dagli ospiti piuttosto discutibile.
Questione pocket money
Fra gli argomenti a sostegno della protesta, i richiedenti asilo lamentano le temperature fredde nelle camere, l'acqua fredda per lavarsi, rigidità eccessiva nella libertà di movimento all'interno della struttura e fuori, qualità e quantità del cibo.
Ma ad esacerbare gli animi sono le questioni economiche legate al pocket money giornaliero corrisposto (2,50 euro): i profughi hanno sostenuto che non vengono corrisposti a quelli di loro che lavorano. «Ma considerando che gli stipendi di chi lavora non superano i 300 euro al mese, anche il pocket money è importante» ha riferito uno dei giovani in piazza.
Sul posto diverse pattuglie di carabinieri e polizia per regolare la viabilità e contenere la protesta.
Il vicesindaco come mediatore
A fare da mediatore il vicesindaco Marcello Coppo intervenuto per convincerli a sgomberare la strada.
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A fatica i richiedenti asilo, con l'intervento prezioso dei mediatori culturali, hanno accettato di minacciando però di tornarci domani se non avranno risposte certe in merito all'eventuale sostituzione della responsabile.