Situazione di stallo completo all’Agenzia delle Entrate di Asti dopo la notizia dei 13 dipendenti che avrebbero approfittato di una mancanza di controllo per allungare a dismisura le pause
Situazione di stallo completo all’Agenzia delle Entrate di Asti dopo la notizia rimbalzata su tanti tg e tv nazionali di 13 dipendenti che avrebbero approfittato di una mancanza di controllo per allungare a dismisura le pause. “Furbetti del cartellino”, sono stati ribattezzati, perchè sorpresi dai carabinieri del radiomobile allertati da una segnalazione anonima di un utente a strisciare il badge (lo strumento legale che certifica l’inizio dell’orario di lavoro) salvo poi uscire per fare colazione, pausa pranzo, piccole commissioni negli uffici e nei negozi nei dintorni della sede di via Zangrandi.
I nomi dei tredici indagati per ora sono noti solo agli uomini del tenente Iandiorio che ha coordinato due mesi di appostamenti e di riprese foto e video e del pm Vincenzo Paone che ha disposto tutti gli accertamenti. Ma nè i diretti interessati, nè l’Agenzia delle Entrate sono a conoscenza dell’identità dei “furbetti”. Per questo sono ancora tutti in servizio e la direzione astigiana non rilascia commenti in attesa degli sviluppi dell’inchiesta che dovrebbe chiudersi a breve con la notifica dell’avviso di conclusione indagini. Solo allora, ha assicurato, verranno intraprese tutte le procedure disciplinari previste per chi, come gli indagati, sono accusati del reato di truffa ai danni dello Stato.
Intanto, quasi come una funesta previsione, non si può non ricordare l’intervento di una delegazione della Confartigianato di Asti nei giorni scorsi alla trasmissione “Dalla vostra parte” condotta da paolo Del Debbio su Rete4. Si parlava proprio dell’assenteismo nel settore pubblico e del confronto fra il quotidiano di um piccolo imprenditore alle prese con ritardi, burocrazia, scarsa collaborazione rispetto a chi non deve dare conto del proprio operato a nessuno.
«Mai avremmo immaginato che queste situazioni si covassero anche a “casa nostra” – è il commento del direttore Giansecondo Bossi – Siamo senza parole. Chi controlla i “controllori”? E chi paga quando questi sbagliano? Confidiamo nel lavoro dei giudici e in giuste sanzioni a carico di chi si sarà macchiato di assenteismo. Gli imprenditori sono abituati a pagare quando sbagliano e pretendono la stessa cosa anche dagli altri.»
Daniela Peira