Non ci sta a passare per la badante infedele che ha approfittato dello stato di vulnerabilità di una anziana donna e di suo figlio disabile.
Eppure questa è proprio l’accusa che carabinieri e finanzieri di Canelli le rivolgono dopo aver indagato sulla denuncia ricevuta a carico di una albanese 47enne che per circa un anno si è occupata della famiglia. Un anno costoso per madre e figlio visto che, secondo i conti degli investigatori, il conto si è assottigliato di ben 170 mila euro. E gli investigatori sono convinti che di quel denaro si sia approfittata la badante.
Lei si è rivolta all’avvocato Gianluca Bona per farsi difendere e le sue prime dichiarazioni sono state per respingere l’accusa. La badante, entrata in contatto con madre e figlio attraverso un’agenzia, viveva vicino a loro, in una casa di loro proprietà. Sul conto preciso si è riservata di controllare le carte in mano agli investigatori quando verrà chiusa l’indagine, ma ha già messo le mani aventi, dicendo che il denaro della famiglia di cui doveva occuparsi veniva usato per i bisogni di madre e figlio. Parla di pagamento di viaggi in taxi, di consegna al domicilio di pasti provenienti da ristoranti, di una vacanza dopo aver saputo che non ne avevano mai fatte in vita loro. E poi in lavori di ristrutturazione, decorazione delle camere e riparazioni varie da fare in casa, compresa la caldaia per il riscaldamento.
Gli investigatori hanno svolto anche perquisizioni a casa della badante e lì avrebbero trovato documentazione a sostegno della loro accusa. Cui si aggiungono le conclusioni sullo stato di vulnerabilità e circonvenibilità decretato dal consulente incaricato dal pm.
Intanto la badante qualche prima concessione l’ha ottenuta dal gip Belli: eliminazione del braccialetto elettronico e obbligo di firma. Lei è già andata a vivere in altro Comune e a suo carico, come misure, sono rimasti solo il divieto di avvicinamento a madre e figlio e il divieto di dimora ad Agliano Terme.