Cerca
Close this search box.
barbarossa
Cronaca

Al processo Barbarossa la storia della fuga da un sequestro di persona

Per saldare un debito di droga

Si sentiva minacciato dai calabresi

Una storia di intimidazione è quella che il difensore dell’imputato Fabio Macario, l’avvocato Scicchitano, ha portato al cospetto dei giudici attraverso la testimonianza del tenente colonnello Oliveto, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Asti all’epoca dei fatti.
L’ufficiale ha ricordato come Macario, in passato, avesse affermato di essere pesantemente minacciato da un gruppo di calabresi per convincerlo a trasportare della droga alla Calabria ad Asti. Secondo il suo racconto, aveva lavorato come muratore per Vincenzo Emma (imputato di spessore del processo Barbarossa già condannato in abbreviato) e lì aveva conosciuto il fratello che gli aveva parlato del viaggio con la droga.

 

«Ti lego alla macchina e ti tiro via»

Da fare, altrimenti “ti lego alla macchina e ti tiro via” gli avrebbe detto.
Di minacce, sempre Macario, ha parlato anche ai poliziotti intervenuti su sua chiamata nel cuore di una notte del gennaio 2016, in corso Pietro Chiesa.

Chiuso nell’alloggio

L’uomo disse di essere stato attirato in un alloggio di via Arò da un’amica con un pretesto ma che una volta entrato nell’appartamento vi trovò una coppia che lo sequestrò intimandogli di non uscire di casa fino a quando non avesse risolto la questione del “debito”. Il debito, sempre secondo il racconto di allora di Macario, era quello riferito al chilo di marijuana che trasportò dalla Calabria ad Asti per conto degli Emma ma che, una volta arrivato in città, gettò via perché non voleva essere coinvolto in questioni di droga. Da allora l’uomo ha riferito di sentirsi minacciato.

Fuga dalla finestra del bagno

Quella sera in cui raccontò di essere stato sequestrato nell’alloggio, riuscì a scappare dalla finestra del bagno posto al piano rialzato e dopo aver vagato per la città chiese aiuto alla polizia per paura di essere ritrovato e ricondotto in una condizione in cui non aveva libertà di muoversi.

Daniela Peira

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Edizione digitale