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Capra Roccaverano con capretto1
Cronaca

Altro attacco dei lupi a Rocca d’Arazzo: sbranata una capra con il suo piccolo di 20 giorni

Nella notte fra venerdì e sabato. L’attacco ha fatto fuggire anche altre tre caprette. Oggi l’esame del Dna per avere la certezza che si tratti di lupi

Fra venerdì e sabato

Ancora notizia di un attacco di lupi (anche se serve la conferma del Dna) in una tenuta di campagna a Sant’Anna di Rocca d’Arazzo. Nella mattinata di sabato, i proprietari, al risveglio, si sono accorti che dall’ampio appezzamento di terreno che circonda la loro cascina erano sparite le cinque caprette.

Due capre sbranate

Si sono messi a cercarle e hanno fatto la tristissima scoperta: una delle capre era a terra, morta e il suo capretto, nato appena venti giorni fa, era stato portato via come confermato dai segni lasciati sul terreno. L’attacco era avvenuto nella notte senza che i proprietari potessero accorgersi di quello che stava accadendo, visto che il terreno, pur se completamente recintato, è molto ampio e confina direttamente con un bosco.

Le altre messe in fuga

A fronte dei resti dei due animali attaccati, vi è stata anche la sparizione delle altre tre caprette che, probabilmente, hanno assistito all’aggressione o addirittura ne sono sfuggite e, spaventate, hanno scavalcato il recinto e si sono dileguate. I proprietari hanno passato il week end a cercarle nelle campagne vicine, ma fino ad ora non le hanno trovate nè sono arrivate segnalazioni di della loro presenza.

Esame del Dna sui resti

Poco fa sono giunti i veterinari che hanno prelevato ciò che rimaneva degli animali attaccati e, dopo aver visionato anche le orme lasciate, hanno inviato tutto all’Istituto Veterinario di Torino per l’esame del Dna che dovrebbe confermare la responsabilità di uno o più lupi nello scempio delle due povere caprette.

«Siamo molto tristi per quanto accaduto ai nostri animali – è il commento della proprietaria, da 12 anni a Rocca d’Arazzo – Abbiamo pensato fosse giusto darne notizia affinchè anche gli altri proprietari della zona stiano all’erta».

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