Con l'entrata in vigore del nuovo orario di Trenitalia (contestato dai pendolari per i tagli alle corse e dopo gli aumenti delle tariffe di biglietti e abbonamenti mediamente del 19%) alcuni
Con l'entrata in vigore del nuovo orario di Trenitalia (contestato dai pendolari per i tagli alle corse e dopo gli aumenti delle tariffe di biglietti e abbonamenti mediamente del 19%) alcuni sindaci astigiani hanno voluto toccare con mano i disagi denunciati dai viaggiatori. Martedì mattina i sindaci Fabrizio Brignolo, Paolo Luzi (Montechiaro), Christian Giordano (Villanova), Guido Cavalla (Villafranca) insieme al consigliere regionale Angela Motta e al consigliere comunale Oscar Ferraris, hanno preso il treno delle 7.39 per Torino incontrando i pendolari e raccogliendo tutte le criticità del caso.
«Sostanzialmente sono due le problematiche emerse – ha spiegato Brignolo – La prima riguarda la qualità e la dotazione dei treni. Occorre aumentare il numero dei vagoni perché oggi, soprattutto chi sale a Villanova, resta in piedi. Inoltre alcune carrozze hanno le porte e l'impianto di riscaldamento rotti. La secondo richiesta è riuscire a introdurre qualche fermate intermedia a Villafranca, Villanova e Trofarello per consentire a chi parte o arriva in questi centri di avere un servizio adeguato». Queste richieste saranno trasmesse sia alla Regione che a Trenitalia. Sui disagi il consigliere regionale Rosanna Valle ha invece presentato un'interrogazione urgente insieme al collega Angelo Burzi.
Christian Giordano, sindaco di Villanova, ha parlato di grave situazione «amplificata dal mancato rispetto della puntualità dei treni nei primi tre giorni della settimana: mercoledì il treno delle 7.23 a Villanova era in ritardo di 50 minuti». I ritardi denunciati si uniscono alle carrozze fredde. «Per i pendolari saliti a Villafranca, Villanova e Trofarello c'è difficoltà nel trovare posti a sedere per l'eccessiva frequentazione vista la drastica riduzione del numero dei treni – ha aggiunto Giordano – Altre criticità sono l'allungamento dei tempi di percorrenza da una a due ore nell'arco della giornata dovuta alla mancanza di alcuni treni negli orari di punta, sia dalle 6,30 alle 8,30 che dalle 13 alle 15 e, soprattutto, dalle 16,30 alle 19; aumento eccessivo del costo del biglietto e dell'abbonamento; difficoltà nel raggiungere i posti di lavori poiché, non essendo ben serviti gli orari di punta, se si verifica un ritardo si creano le condizioni per arrivare in ritardo al lavoro o a scuola».
Disagi già denunciati dall'associazione pendolari "Asti-Torino" che venerdì mattina ha tenuto una conferenza stampa per rimarcare le criticità chiedendo ai sindaci di andare tutti insieme dal governatore Cota per battere i pugni sul tavolo. Intanto Rifondazione Comunista ha discusso di questi problemi denunciando quale «misura iniqua» l'aumento del costo dell'abbonamento «quando gli stipendi non sono cresciuti di egual misura». Rifondazione contesta la riduzione delle corse verso Torino Porta Nuova che obbligherà molti pendolari «ad usare più pullman o tram rispetto al periodo precedente ai nuovi orari e questo, per un lavoratore senza flessibilità in entrata e in uscita dal luogo di lavoro, è estremamente penalizzante». Anche Rifondazione chiede ai sindaci di prendere una posizione comune nei confronti della Regione e invoca una mobilitazione crescente in difesa del trasporto pubblico.
Sabato, dalle 16 alle 18, Rifondazione sarà presente davanti alla stazione di Asti con un presidio per testimoniare vicinanza ai pendolari e continuare l'opera di denuncia nei confronti «di questa situazione che ha raggiunto livelli esasperanti».
Riccardo Santagati