Ma nelle ultime settimane sono state altre tre le segnalazioni di sospetti casi di Blue Whale, questa volta riguardanti ragazzi di Asti. Due femmine e un maschio, per la precisione
E’ di pochissimi giorni fa la notizia della condanna a tre anni e mezzo di reclusione per istigazione al suicidio di Philipp Budeikin, considerato uno degli inventori del crudelissimo Blue Whale. Una sfida che si consuma sui social, prevede una serie di 50 “prove di coraggio” da postare sul proprio profilo per accedere all’ultima che è quella del suicidio, meglio se “condiviso” anch’esso; ogni prova superata, viene “annotata” sul proprio corpo con un tratto che fa parte del disegno finale: una balena, di qui il nome di questa moda mortale.
Un gioco dell’orrore dal quale neppure Asti può dirsi indenne. La Procura, due mesi fa, ha aperto un’indagine dopo la segnalazione di una ragazzina di Poirino che ha aderito alla Blue Whale. Asti è competente per territorio e la pm Macciò si è trovata a dover seguire le impronte virtuali lasciate in rete dall’organizzazione mondiale
Ma nelle ultime settimane sono state altre tre le segnalazioni di sospetti casi di Blue Whale, questa volta riguardanti ragazzi di Asti. Due femmine e un maschio, per la precisione. Tutti adolescenti, come la maggior parte delle “vittime” di questa incredibile quanto pericolosa sfida che pesca proprio nelle insicurezze e nelle profonde solitudini di chi non è più bambino ma non ancora un adulto formato e strutturato.
In uno di questi casi, la ragazzina era arrivata al termine della sfida ed è stata salvata mentre tentava il suicidio.
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Daniela Peira