Una storia che sembrerebbe inventata se non fosse drammaticamente vera, non fosse costata la vita ad un anziano, non avesse avvelenato la vita di numerose famiglie e non fosse confluita in un processo che si sta celebrando davanti al tribunale di Asti.
Imputato è Santo Antonio Cospito, 53enne di Bra, attualmente in carcere proprio per i fatti sui quali il tribunale sta procedendo.
I medici psichiatri che hanno avuto modo di visitarlo e valutarlo nel corso di questi ultimi anni in cui è stato in più occasioni denunciato per stalking e atti persecutori, pur rilevando disturbi della personalità, lo hanno dichiarato capace di intendere di volere. Ma non si sono fermati qui. Gli hanno diagnosticato anche una particolare “indole malvagia”.
Un dato più unico che raro, nella storia giudiziaria che però è fondamentale per comprendere la gravità degli atti di cui è accusato nella complessa indagine condotta dal pm Laura Deodato che gli contesta anche il reato di “morte come conseguenza di un altro delitto”, senza limitarsi allo stalking e agli atti persecutori.
Il teatro in cui si sono consumate le decine di situazioni di cui deve rispondere, è quello del condominio in cui vive, a Bra, al secondo piano. Una palazzina come tante, dove le famiglie che vi abitano non hanno mai avuto particolari questioni da discutere. Fino a quando non è arrivato lui, l’imputato, che ha cominciato ad occuparsi ossessivamente della vita dei suoi vicini di casa.
I capi d’accusa parlano di angherie e di soprusi tali da aver provocato stati di ansia e paura diffusi nei condomini, il trasferimento di molti di loro e la difficoltà per i padroni di casa di affittare ad inquilini proprio a causa dei suoi comportamenti.
Sempre con la telecamera del cellulare attiva e altre fisse di sorveglianza del suo appartamento, quello dei video era uno dei suoi “pallini”. A seguito di quelle che i testimoni hanno definito continue provocazioni (che non registrava), lui faceva partire i video dalle risposte esasperate dei condomini e li postava continuamente sui social, in particolare Youtube, con titoli fortemente mortificanti corredati di nomi e cognomi . E poi la serie di danneggiamenti alle parti comuni condominiali, di cui poi incolpava di volta in volta qualche vicino di casa, sempre attraverso la “gogna” mediatica e le innumerevoli chiamate delle forze dell’ordine. Ma anche i danni alle pertinenze dei singoli appartamenti: colla nei nottolini delle porte di ingresso, vasi rovesciati, fiori rovinati, bacheca dei contatori sfondata e, in un secondo tempo, gli stessi fili elettrici tagliati facendo piombare nel buio tutto il palazzo. Sui portoni e le finestre affiggeva continuamente documenti ed esposti, diffamando le singole famiglie delle quali controllava continuamente e minuziosamente tutti i movimenti, gli incontri, le visite, i discorsi.
Ma la persecuzione più grave ha riguardato un’anziana coppia: Sebastiano Peretti 88enne e la moglie di poco più giovane.
Erano loro i più “bombardati” dalle accuse continue di Cospito. Accuse che, va sottolineato, nelle indagini condotte dal pm Deodato non hanno mai trovato la benchè minima conferma.
Nei loro confronti Cospito, si legge nel decreto di citazione a giudizio, avrebbe attuato una vera e propria sopraffazione emotiva, soprattutto verso Sebastiano Peretti, aggravata dall’età avanzata della vittima oggetto di dispetti e angherie; l’imputato aveva anche affisso i “soliti” foglietti in cui lamentava di essere stato minacciato dall’anziano con una spranga di ferro sostenendo di avere prove video e fotografiche di tale tentativo di aggressione. Ovviamente mai esibite né trovate, visto che anche quello è uno dei tanti fatti smentiti dalle indagini.
Uno degli episodi che più hanno fatto infuriare Peretti è stato quello in cui Cospito, sapendo quanto lui ci tenesse ai suoi vasi di fiori, alcuni dei quali molto rari come una calla nera, glieli avesse recisi per dispetto.
Ma le cose sono precipitate nel luglio del 2021 quando Cospito, dopo l’ennesima violenta discussione con l’anziano, lo ha urtato intenzionalmente con la sua auto facendo retromarcia, come si legge nel capo d’imputazione. L’uomo, aiutato dalla moglie, è tornato in casa per medicarsi le ferite riportate, completamente fuori di sé dalla paura e da un senso di impotenza contro le continue prevaricazioni di quel vicino di casa.
E pochi minuti dopo la tragedia: l’anziano si è suicidato lanciandosi dalla finestra che affacciava sul cortile.
Di qui il grave reato legato a Cospito. Che, neppure di fronte a questa morte violenta si è fermato. Prima pubblicando una foto della scena su Youtube con il titolo “Sebastiano Peretti si suicida dopo aver danneggiato l’auto di due disabili” e in seguito chiedendo alla nuora della vittima il risarcimento per i danni subiti dalla sua auto (l’ultima discussione prima del suicidio era partita dal fatto che Cospito accusava Peretti di avergli danneggiato la vettura, cosa non vera) e poi ancora un risarcimento danni morale, sempre alla famiglia Peretti, per lo choc subito nel vedere il cadavere dell’anziano nel cortile davanti a casa sua.
In quel condominio un po’ di pace, relativa, visto il dramma che si era consumato, è arrivata solo quando Cospito è stato arrestato.
In aula l’imputato è difeso dall’avvocato Bonanni ma è presente anche l’avvocato Vitello a difesa della famiglia Peretti e di un’altra proprietaria di casa, costituite parte civile.
(Foto di repertorio web)