Un piccolo colpo di scena questa mattina alla Corte d’Appello di Torino dove si sta celebrando il processo di secondo grado per il fallimento Way Assauto che vede imputati di bancarotta fraudolenta Diego Robella ed Ezio Trinchero, i soci che tentarono un salvataggio della storica fabbrica astigiana.
A 15 anni dalla dichiarazione di fallimento e ad 8 dalla sentenza di primo grado in cui, ad Asti, vennero condannati entrambi, all’udienza di oggi Trinchero ha preso la parola per fare dichiarazioni spontanee presentando ai giudici uno spesso faldone in cui, a suo dire, erano contenuti nuovi documenti contabili che aveva reperito in questi lunghi anni che hanno separato il processo di primo grado da quello di Appello.
Chiedendo che venisse acquisito perché, a suo dire, avrebbe chiarito alcuni punti contestati. Una acquisizione cui si sono opposti sia la pubblica accusa che le parti civili (oltre 200 operai dell’ex Waya) e il curatore del fallimento in quanto nessuno aveva avuto modo di prendere visione del contenuto del faldone prima di stamattina.
Opposizione accolta dai giudici che hanno respinto in toto la richiesta.
L’udienza è stata così aggiornata a metà novembre quando parleranno tutte le parti e, con ogni probabilità, arriverà la sentenza.