Alle 11 si sono svolte, nella Collegiata di San Secondo, le esequie di Maria Luisa Fassi, 53 anni, uccisa con 45 coltellate mentre si trovava nel suo negozio di corso Volta. Presenti le più alte cariche della città e i rappresentanti delle forze dell'ordine. Il dolore dei cittadini e il monito di don Gallo che ha celebrato la funzione: «Trovo molto stupido accanirsi contro le istituzioni»
Un lungo applauso e pianti di commozione hanno accolto la bara di Maria Luisa Fassi, 53 anni, uccisa sabato scorso nella tabaccheria di corso Volta che gestiva insieme al marito Valter Vignale. Alle 11 erano in tanti ad attendere il feretro in piazza San Secondo, davanti all'omonima Collegiata, dove don Giuseppe Gallo ha celebrato il rito funebre.
C'erano il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo (che ha abbracciato i genitori di Maria Luisa, il marito, i figli Giacomo e Agnese, porgendo loro le condoglianze a nome della città), gli assessori e molti consiglieri comunali; i rappresentanti delle forze dell'ordine (il vice prefetto Ponta, il questore Di Francesco e il colonnello dei carabinieri Federici hanno atteso il feretro sul portone della chiesa), c'erano molti giornalisti, ma, soprattutto, moltissimi cittadini uniti nel dolore per una perdita di cui ancora non si conosce il motivo.
«Il fatto che Maria Luisa abbia finito la sua vita in un modo così efferato, inquieta le nostre coscienze – ha commentato don Gallo – Come pastore sono molto preoccupato, ma trovo molto stupido accanirsi contro le istituzioni che sono lo specchio del popolo italiano […] Quella di Maria Luisa è stata una bella testimonianza di vita, terminata in maniera violenta».
La messa in San Secondo è stata seguita dagli astigiani con grande partecipazione, altri sono rimasti fuori, vicino al carro funebre dove le numerose corone di fiori (una anche lasciata dall'associazione tabaccai di Asti) hanno testimoniato il dolore di una morte che ha sconvolto l'opinione pubblica. Con i volti segnati dalle lacrime, un fiore in mano e la voce straziata, alcune signore presenti ai funerali, insieme ai loro figli, hanno chiesto giustizia per la morte di Maria Luisa.
«L'hanno massacrata con 45 coltellate – ricordano guardando verso l'alto, in direzione della chiesa – Si rende conto? Come si può essere così crudeli da compiere una simile efferatezza? Sapere che il responsabile sia ancora a piede libero, forse addirittura qui in piazza a vedere il risultato del suo gesto, non ci fa stare per nulla tranquille. Abbiamo paura, molta paura».
Riccardo Santagati