Un’operazione che scuote le amministrazioni dei due Comuni di Vezza d’Alba e Montaldo Roero quella portata a termine nella mattinata di oggi dalla Guardia di Finanza di Cuneo su coordinamento della Procura della Repubblica di Asti.
In totale sono state 14 le persone arrestate, compresi i sindaci dei due Comuni (ai domiciliari); con loro anche professionisti, funzionari comunali e imprenditori coinvolti nelle indagini.
I capi di accusa sono di corruzione, truffa aggravata i danni dello Stato, turbativa d’asta, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica.
La Guardia di Finanza parla di «un quadro investigativo ricostruito dagli inquirenti che ha fatto luce su un articolato, pervasivo e ben consolidato sistema fraudolento di gestione della cosa pubblica. Gli appalti – prosegue una nota stama del Comando di Cuneo – venivano affidati in maniera fraudolenta sempre ai medesimi professionisti ed imprenditori i quali, grazie a molteplici artifizi, facevano ottenere ai Comuni ingenti finanziamenti anche quando non sussistevano i presupposti per la loro concessione».
Questo portava vantaggi a tutti: ai sindaci perchè così aumentavan il loro consenso elettorale e ai professionisti che si vedevano affidare spesso incarichi di progettazione, di direzione dei lavori e di assistenza e supporto alle stazioni appaltanti.
A loro volta, i professionisti, secondo le accuse della Procura, nella doppia veste di direttori lavori ma anche di assistenti alle stazioni appaltanti, erano riusciti a veicolare le gare a favore di imprese compiacenti che, per “ricambiare”, facevano acquisti di materiale da aziende riconducibili agli stessi professionisti che li avevano agevolati.
«Le Fiamme Gialle hanno accertato che tale meccanismo fraudolento ha provocato, nel corso degli anni, effetti disastrosi per le casse degli enti locali, perchè il sistematico conferimento di incarichi ai medesimi professionisti veniva in più occasioni effettuato senza copertura finanziaria» E questo apre un altro filone della stessa inchiesta, ovvero la mancata registrazione delle spese degli incarichi sui vari capitoli di bilancio attraverso la falsificazione dei visti di regolarità contabile inseriti nei provvedimenti di affidamento degli incarichi.
«Ricostruendo i bilanci – si legge ancora nella nota – è stato scoperto che i funzionari del Comune di Vezza d’Alba preposti alla loro redazione, con la connivenza del sindaco, per far chiudere il bilancio con segno positivo, hanno annotato crediti del tutto falsi».
Oltre alle misure cautelari, la Guardia di Finanza ha eseguito anche sequestri per beni e valore del valore complessivo di un milione e mezzo di euro.