Ma la Procura non ha autorizza la diffusione dei nominativi dei medici coinvolti nell’inchiesta “Ferri che scottano”
Sono stati tutti sospesi i quattro medici e l’infermiera arrestati stamattina e sottoposti al regime degli arresti domiciliari con l’accusa di aver rubato per un lungo periodo materiale sanitario ed attrezzature dagli ambulatori del reparto di Otorinolaringoiatria allo scopo di usarlo nei loro studi privati.
La notizia ha raggiunto come un pugno allo stomaco i tanti pazienti dell’Asl e la stessa Direzione che aveva collaborato con i carabinieri del Nas di Alessandria per scoprire le ragioni dei numerosi e ingenti ammanchi segnalati dalla caposala a partire dall’autunno scorso.
«La Direzione ha già assunto i provvedimenti di sospensione obbligatoria a carico degli operatori sanitari sottoposti alle misure cautelari notificate questa mattina – si legge in una nota – L’Asl, inoltre, ha già provveduto in via urgente anche all’assunzione di 2 medici per garantire la continuità dell’attività del reparto che non subirà alcuna variazione». Salvi dunque tutti gli appuntamenti, le visite di controllo e gli interventi che erano già programmati.
La Procura non autorizza la divulgazione dei nomi
Sulla crescente richiesta di divulgazione dei nomi degli arrestati, i carabinieri e la Procura resistono. Nella conferenza stampa tenuta dal maggiore Biagio Carillo, comandante del Nas di Alessandria con competenza anche su Asti, è stato sottolineato che, pur comprendendo le ragioni di interesse pubblico relative a questa notizia, la Procura ha espressamente chiesto che non vengano divulgati né confermati i nomi dei medici coinvolti.
L’inchiesta, ha sottolineato il comandante, non è ancora chiusa e ci sono ancora svariati profili da verificare, sia per quanto riguarda il coinvolgimento di altre persone del reparto (come una seconda infermiera che rischia un provvedimento di interdizione dalla professione perché, pur non essendosi appropriata di nulla, era a conoscenza dei “prelievi” di materiale), sia per quanto riguarda la destinazione dei farmaci e delle attrezzature sottratte agli ambulatori.
L’assessore Saitta: «Sono indignato»
Intanto è arrivato anche il commento dell’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta: «Sono indignato e sconcertato nel vedere come operatori sanitari possano commettere gravi reati e approfittarsi della sanità pubblica. Appropriarsi di beni dell’ospedale a fini privati vuol dire recare un danno ai pazienti, alle casse della Regione e a tutti i medici, infermieri ed operatori che nelle nostre strutture sanitarie lavorano non solo in modo corretto e trasparente, ma con dedizione, passione e sacrificio»
Daniela Peira