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Cronaca

Asti, accusato da moglie e figlio di essere stato un “padre padrone”

Un pensionato deve rispondere di maltrattamenti

Pensionato sotto processo per maltrattamenti

Una storia che sfiora la segregazione in casa nel caso in cui venisse confermata da una sentenza.
E’ alle battute finali il processo a carico di un pensionato astigiano, R. B. accusato di maltrattamenti nei confonti della moglie e del figlio già adulto.
Moglie con una conclamata patologia di tipo psicotico da una trentina d’anni e figlio portatore di una grande fragilità emotiva.

La denuncia del figlio per paura che il padre uccidesse la madre

Seppure sia stato proprio quest’ultimo, ad un certo punto, a rivolgersi all’avvocato Silvia Bianco per chiedere consiglio e fare il suo racconto su come fosse la loro vita famigliare. A spingerlo a chiedere aiuto è stato un motivo tanto semplice quanto drammatico: aveva paura che il padre potesse uccidere la madre.
Di qui l’intervento dell’autorità giudiziaria e degli assistenti sociali che portarono, nel luglio dello scorso anno, all’allontanamento dell’uomo da quella casa. Anche se non di molto, come ha confermato la sorella dell’imputato che ha deposto ieri mattina in aula, perchè da allora è suo ospite nell’alloggio sopra a quello in cui vivono moglie e figlio.
Gravissime le accuse che vengono mosse al pensionato: per un’intera vita avrebbe avuto un ruolo di totale controllore sulla moglie e sul figlio.

Vita da segregati

Nelle carte di accusa si legge che non si occupava a sufficienza di loro, non provvedeva a fare la spesa in modo costante e adeguato, serviva da mangiare solo sempe carne di pollo e patatine, imponeva il divieto di utilizzare acqua calda per lavarsi, non consentiva loro di uscire di casa nè di ricevere visite, li avrebbe obbligati a tenere sempre le tapparelle abbassate e le tende tirate con una quotidianità fatta di buio o di luce artificiale. Una vita cupa che potrebbe, secondo le accuse, aver aggravato lo stato di malattia mentale della donna.

La moglie rifiorita dopo l’allontanamento

Uno dei medici del Dipartimento di Salute Mentale che ha in cura la donna da diversi anni, in aula ha chiaramente detto che, da quando il marito è stato allontanato da casa, la moglie è letteralmente rifiorita riprendendo ad occuparsi della sua igiene personale, della sua immagine, della sua alimentazione mostrando segni di maggiore serenità e cura di sè stessa e del figlio.

Vicini e parenti non si sono accorti di nulla

Un padre padrone fra le mura domestiche?
I testi della difesa che sono sfilati lunedì, chiamati dall’avvocato Nica Demetrio, hanno riferito di non aver avuto percezione di un atteggiamento così ostile da parte dell’uomo verso la sua famiglia ma hanno anche confermato che da anni quell’alloggio e i suoi occupanti erano totalmente chiusi al mondo circostante e dunque era difficile, anche per i vicini di casa, capire cosa stesse succedendo dentro.
Il tutto da valutare attraverso il filtro della malattia mentale della moglie che si è costituita parte civile insieme al figlio.
L’udienza riprenderà a metà ottobre quando l’imputato si sottoporrà all’esame. Prevista sentenza nello stesso giorno.

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