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Cronaca

Asti, al processo sull’usura si parla di prelevamenti in contanti per 1 milione e mezzo di euro

In aula ieri mattina sono sfilati poliziotti e finanzieri

Udienza con molti testimoni dell’accusa quella che si è tenuta ieri mattina al tribunale di Asti e che vede due famiglie di sinti imputati di usura nei confronti di una famiglia con il vizio del gioco.

Fra coloro che sono sfilati davanti al collegio di giudici presieduto dal dottor Dovesi, anche alcuni investigatori della Guardia di Finanza che hanno svolto accertamenti sui conti e sulle movimentazioni bancarie degli imputati.

A fronte di dichiarazioni di reddito modeste, è emerso che le famiglie tenevano comunque un tenore di vita non spiegabile, seppure piuttosto dimesso. Il dato più curioso è emerso dall’analisi dei prelevamenti in contanti da un conto intestato ad una delle società della famiglia, la principale. Ebbene, in tre anni, risulta che siano stati eseguiti dei prelevamenti per circa 1 milione e mezzo di euro, senza che vi sia traccia di corrispondenti investimenti o acquisti registrati. Un volume di prelevamenti che non è neppure giustificato, secondo la Finanza, dal volume di affari dell’attività stessa.

Sono sfilati anche alcuni poliziotti in servizio alla Squadra Mobile di Asti che portò avanti le indagini insieme alla Guardia di Finanza dopo aver raccolto la denuncia della famiglia vittima di usura. Hanno raccontato delle “sorprese” riservate dalle perquisizioni il giorno degli arresti nella casa di una delle famiglie imputate: mazzette di soldi nella borsetta della madre, in bustine nascoste in cucina, in bagno, dentro l’intercapedine della vasca da bagno e poi la pistola dietro un’anta, munizioni e caricatore nel locale caldaia (nella foto di copertina) insieme ad una serie di serre impiegate per coltivazione di marijuana. A proposito di quest’ultimo sequestro, l’avvocato difensore della famiglia, Mirate, ha affacciato il consumo terapeutico di marijuana per la cura della madre.

Intanto il collegio di giudici ha disposto la trascrizione da parte di un perito delle intercettazioni che i carabinieri di Asti, in indagine parallela, hanno fatto di due imputati che, dal carcere attraverso l’uso di microcellulari illecitamente detenuti, hanno fatto ai famigliari e ad alcuni testimoni del processo per usura per concordare le versioni da fornire.

Il processo riprenderà il 16 febbraio con i primi imputati che renderanno le loro versioni dei fatti per difendersi dalle accuse.

Daniela Peira

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