Prendeva il reddito di cittadinanza ma si era “scordata” di dichiarare, nella domanda fatta all’Inps per accedervi, di aver acquistato una casa del valore di 200 mila euro, mentre altre due persone, sempre percettrici del reddito di cittadinanza, avevano omesso di riferire all’Inps di essere soci al 50% di una azienda astigiana che tratta all’ingrosso materiale di ferro e che ha dichiarato nell’anno 2020 un volume d’affari di circa 1 milione di euro.
Sono solo i casi più emblematici dei 45 intercettati dalla Guardia di Finanza di Asti durante un accurato controllo fra coloro che prendono il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti.
Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, che non ha masi smesso di controllare questo aspetto importante della spesa pubblica, in collaborazione con l’Inps ha denunciato le 45 persone che hanno ottenuto indebitamente il reddito di cittadinanza istituito per le famiglie e le persone in gravi difficoltà economiche: in tutto supera i 725 mila euro l’importo erogato dall’Inps ma non “meritato” da questi soggetti.
Come noto, il reddito di cittadinanza è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso, all’atto della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di particolari requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali, ovvero l’omessa comunicazione di variazioni che inibiscono la continuazione della percezione della misura di sostegno rispetto alle condizioni possedute all’atto della domanda. Gli accertamenti posti in essere dalle Fiamme Gialle astigiane, partendo dalle informazioni contenute nelle banche dati messe a disposizione dall’INPS sulla base dell’intesa stipulata con il Corpo, hanno preso in esame i dati autocertificati necessari a richiedere il beneficio patrimoniale scoprendo che i 45 nuclei familiari oggetto d’indagine, indicati nelle autodichiarazioni presentate all’Istituto di Previdenza, erano discordanti dall’effettivo dato presente all’Anagrafe del Comune di Asti sugli stati di famiglia cui appartengono i denunciati.
Il “trucco” più utilizzato è quello di separazione (solo in autodichiarazione) dei nuclei famigliari per fare in modo che ognuno dei suoi componenti abbia accesso al reddito di cittadinanza. Nella realtà continuano a vivere tutti insieme violando la disposizione secondo la quale per ogni famiglia non può esserci che un solo percettore del RdC.
E’ per questo che l’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, è stata denominata “Big Family”.