Un’altra complessa storia di sextortion coinvolge un giovane residente nel Canellese in veste di imputato.
Il ragazzo, infatti, è accusato di aver estorto 500 euro ad un cinquantenne di Trani che era quasi pronto a versarne altri 10.500 euro per paura di veder pubblicata la sua foto, nudo, su un quotidiano del sud.
La vittima, infatti, ha raccontato che, nel periodo post lockdown, era stato adescato su una chat di incontri da una ragazza con cui è entrato in confidenza. O meglio, da una che pensava fosse una ragazza visto che non le ha mai parlato di persona.
Lo ha convinto a scattarsi una foto nudo e a passarla in chat e da quel momento è cominciata la richiesta i soldi a fronte della minaccia (improbabile) di farla pubblicare sui giornali.
E, per rafforzare la minaccia, la vittima si è visto recapitare una finta prima pagina con il suo nome e la sua foto pronti in bozza.
Ha sporto denuncia e, dal numero di carta Poste Pay sul quale aveva ricaricato i 500 euro, gli investigatori sono risaliti al ragazzo del sud astigiano.
Il quale, però, ha sempre negato fermamente di essere stato l’autore della “truffa romantica” (che poi di romantico ha ben poco).
Difeso dall’avvocato Raffaella Lavagetto, ha spiegato che quella carta Poste Pay era sì intestata a lui ma da tempo non la usava e, anzi, era sparita dal cassetto di un comodino della casa che il ragazzo ha condiviso, all’estero, per qualche mese con dei coinquilini.
Tesi sostenuta dal suo difensore e accolta dal giudice che lo ha mandato assolo per non aver commesso il fatto.