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Cronaca
Il caso

Asti, bambino problematico in classe: la “denuncia” di una madre

La donna racconta di una gestione difficile con lanci di oggetti, strappi di capelli, condotte aggressive.

Una denuncia delicatissima quella che arriva al giornale dalla giovane madre di una bambina di prima elementare di una scuola astigiana.
«Premetto che, ovviamente, da madre non voglio minimamente addossare colpe o responsabilità al bambino che ha evidente bisogno di supporto e sostegno, ma devo tutelare anche la salute di mia figlia».
Quella che racconta è una storia di un comportamento problematico di un compagno che ha creato un’atmosfera tesa in tutta la classe. «Parliamo di percosse, di ciocche di capelli strappati, di lancio di astucci e ogni altro oggetto a portata di mano, schiaffi, spinte, banchi girati addosso ai compagni – racconta la donna – Ci sono giornate più tranquille ma la maggior parte sono segnate da episodi di rabbia incontrollata, anche nei confronti delle maestre che stanno tenendo la lezione».
Con conseguenze importanti sul resto della classe.
«Io parlo per mia figlia. E’ stata sempre una bambina tranquilla, vivace, solare, socievole ed ha sempre amato andare all’asilo per incontrare i compagni. Ora, in prima elementare, da settembre ad oggi è cambiata. Prova ansia, uno stato che proprio non si addice ad una bambina di quell’età. E poi ha difficoltà a prendere sonno e si sveglia spesso con gli incubi. Non vuole mai andare a scuola adducendo sempre mal di pancia e quando ci va, spesso chiede di chiamare a casa per farsi andare a prendere prima dell’orario di uscita». Segnali che hanno spinto la madre a portarla da una psicologa che sta valutando il suo caso.
«Io parlo per lei, ma so che anche altre compagne e altri compagni sono fortemente disturbati da una situazione tutt’altro che serena in classe. Un altro esempio? Da mesi hanno l’ordine di non tenere le borracce sul banco ma di tenerle nello zaino per impedire che il compagno possa tirarle addosso a bambini e maestre facendo decisamente male». La madre ha scalato tutta la gerarchia scolastica chiedendo aiuto: maestre, dirigente, Provveditorato, assessore all’Istruzione del Comune di Asti. «Solo l’assessore Bologna si è presa a cuore la situazione, forse perchè mamma anche lei. E ha istituito un sostegno fisso al bambino. Ma non copre tutte le ore e, comunque, non risolve il problema della sua rabbia e dei suoi scatti violenti. Ho già chiesto appuntamento in Questura per sporgere formale denuncia. Nulla contro quel bambino, ma la situazione è troppo grave per far finta di nulla».
La dirigente della scuola, Rosa Savarese, pur mantenendo la massima riservatezza risponde: «Questo istituto ha già adottato i provvedimenti di competenza. Le situazioni riferite a comportamenti disfunzionali vengono gestite dall’istituzione scolastica attraverso il coinvolgimento, la collaborazione, il supporto e gli specifici interventi di tutti i soggetti coinvolti sia a livello scolastico che con gli altri enti di riferimento. Stiamo affrontando diverse situazioni problematiche con le caratteristiche evidenziate nell’articolo ed i casi sono gestiti seguendo tutti i passaggi previsti».

(Foto di repertorio web)

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