Tutti assolti con formula piena. E’ arrivata poco fa la sentenza del collegio di giudici formato dal presidente Chinaglia con Bertelli Motta e Dematteis sul processo che vedeva imputato il segretario comunale Vincenzo Carafa e alcuni imprenditori astigiani.
Carafa doveva rispondere di otto capi di imputazioni divisi in due filoni principali. Il primo riguardava solo lui ed era attinente ai cantieri di lavoro attivati nel corso di diversi anni nei Comuni dell’Unione Collinare Tra Langa e Astigiano di cui era segretario comunale. Gli veniva imputato di non aver rispettato le norme che regolano questo particolare ammortizzatore sociale; in particolare era accusato di aver avallato l’assunzione temporanea degli stessi lavoratori senza che venisse rispettato lo “stop” di un anno da un cantiere all’altro.
L’altro filone è quello che lo vedeva imputato con gli imprenditori Fausto Icardi della New Tech Informatica di Costigliole, Fabio Forestiero della società cooperative Macondo di Alba, Claudio Deferro della Edilcostruzioni Riviera di canelli ed Alberto Rossello della Rossello Costruzioni di Neive.
In questo caso la pubblica accusa, che aveva affidato le indagini alla Guardia di Finanza di Asti, aveva incrociato i dati delle sponsorizzazioni di queste aziende alla società Asti Rugby di cui Carafa era dirigente. Visto che erano le stesse società che partecipavano a bandi di appalto per lavori nei Comuni di cui Carafa era segretario comunale, tutti erano accusati, nei loro rispettivi ruoli, di un giro di tangenti “truccate” da sponsorizzazioni per ottenere l’affidamento dei lavori.
Tantissimi i testimoni che hanno deposto in aula e oggi le battute finali con il pm Masia che ha chiesto la condanna ad 8 anni per Carafa e a 6 mesi per gli imprenditori.
Appassionate le arringhe difensive degli avvocati Morra, Pescarmona, Vitello, Vaccaneo, Avidano, Giorno per gli imprenditori e dell’avvocato Pierpaolo Berardi per Carafa. Quest’ultimo, in merito ai cantieri di lavoro, ha impostato il suo ragionamento sul fatto che le condotte contestate non sono penalmente rilevanti ma legittime e attuate per garantire un buon funzionamento della manutenzione dei Comuni, garantendo continuità alle attività cui provvedere. Sulle sponsorizzazione ha ribattuto, punto per punto come gli altri colleghi difensori, che in dibattimento non è stato per nulla provato che fossero collegate agli appalti nei Comuni. In alcuni casi le società sponsor non si erano aggiudicate i lavori, in altri i contributi alla società di rugby sono arrivati non su richiesta di Carafa ma per canali di conoscenza personale degli amministratori , in altri ancora rientravano in un più ampio e consolidato avvicendamento di realtà del territorio da sostenere e, ad esempio, per le società di costruzioni di Canelli, erano dettate unicamente dalla passione comune dell’amministratore per il rugby.
«Siamo molto soddisfatti per l’esito del processo – hanno commentato gli avvocati Vitello e Morra – I giudici hanno emesso una sentenza che non lascia dubbi sulla totale estraneità dei nostri assistiti alle accuse mosse. Tutti assolti per non aver commesso il fatto, la formula più ampia che ci si può aspettare».
E soddisfazione la esprime anche l’avvocato Berardi: «Una sentenza – ha commentato – che dimostra come il dottor Carafa abbia operato sempre in conformità alla legge nel mero interesse degli enti da cui dipendeva e dei cittadini. Il collegio di giudici ha recepito l’impostazione difensiva».