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Guardia di finanza

Asti, confiscati beni e soldi per oltre 5 milioni di euro ai capi rom del giro di usura

Ultimo atto della Guardia di Finanza nell’operazione Fast Cash. Sottratti definitivamente due aziende di recupero rottami ferrosi, auto, soldi, una villa e un camper

Un mese e mezzo fa  le condanne al nutrito gruppo di imputati (solo 2 assolti) che facevano capo a Ferid “Fabrizio” Seferovic, titolare di fatto di una importante azienda di recupero di rottami e materiali ferrosi ma, secondo la sentenza, anche al centro di un giro di prestiti a tassi usurai.

Ora, oltre al conto della Giustizia, arriva anche quello presentato dalla Guardia di Finanza di Asti che aveva condotto le indagini fin dalle prime segnalazioni.

Infatti i finanzieri astigiani hanno eseguito due decreti del tribunale di Torino a carico dei tre  imputati di spicco del processo.

Il primo decreto riguarda una misura di prevenzione che è stata notificata a tutti e tre con obbligo di soggiorno della durata di 36 mesi per un più facile controllo dei loro spostamenti visto che sono considerati soggetti “socialmente pericolosi”.

L’altro decreto è quello che riguarda la trasformazione da sequestro a confisca di immobili, soldi e mezzi per un valore che supera i cinque milioni di euro.

La confisca è motivata dal fatto che, incrociando i dati patrimoniali dei tre soggetti con quanto dichiarato in termini di reddito regolare, emerge una grande sproporzione e per la legge questo significa che beni e depositi finanziari derivano da attività illecite.

Da questo deriva la decisione di sottrarre definitivamente ai tre le due aziende di recupero rottami ferrosi, 5 mezzi, 3 macchinari, il conto corrente cui faceva capo l’attività, 3 auto, una villa con arredamenti di lusso e un camper.

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