La notizia della conclusione delle indagini a carico dell’attuale direttore generale dell’Asl di Asti, Flavio Boraso, con le accuse di turbativa d’asta e di aver favorito il primariato alla sua compagna quando ancora era a capo dell’Asl To4, hanno avuto inevitabilmente anche delle ripercussioni politiche locali.
I consiglieri comunali Mauro Bosia e Vittoria Briccarello per il gruppo Uniti si può e Mario Malandrone per il gruppo Ambiente Asti scrivono: «Su tali indagini e accuse, pur mantenendo un profilo di assoluto garantismo – l’accusato è innocente sino a condanna definitiva avvenuta – non possiamo non esprimere perplessità e preoccupazioni qualora il Direttore Generale della Asl Asti dovesse continuare a mantenere il suo posto alla guida della sanità della nostra città e provincia. Abbiamo ricevuto molte e diversificate sollecitazioni da parte di dipendenti della nostra Asl che, per altro non da ora, vivono una situazione di grave disagio all’interno dell’Azienda più importante della città. Disagio che con le recenti e pesanti accuse a Boraso non può che accentuarsi. Con quale serenità Dirigenti e dipendenti che si occupano di appalti e concorsi potranno operare sotto la guida di un Direttore così pesantemente accusato?
In più occasioni, come Consiglieri comunali, abbiamo espresso le nostre critiche ad una conduzione della Asl Asti da parte di Boraso che non condividevamo. In primo luogo per l’assoluta mancanza di empatia espressa dal Direttore nei confronti dei dipendenti. L’incapacità poi di esprimere un’azione aziendale forte in grado di rilanciare il nostro Ospedale, anziché continuare ad assistere ad un lento ma costante declino, sia nella qualità e sia nella quantità delle prestazioni erogate. Infatti non è casuale che nell’ambito dei tempi di attesa per prime visite, accertamenti diagnostici, interventi chirurgici, per il nostro Ospedale non vi sia mai stata alcuna ripresa o recupero prestazionale dopo la fase acuta pandemica. I tempi e le prestazioni quali – quantitativamente continuano a peggiorare causando grave disagio per tanti cittadini e esodo verso le prestazioni private per coloro che possono permettersele. A tale esodo si è aggiunto il continuo stillicidio del personale, in particolare quello medico, che lascia Asti e quello infermieristico mai sostituito adeguatamente».
Dura anche la posizione di Partito democratico, Prendiamoci Cura di Asti ed Europa Verde.
«Incredibilmente non sono ancora arrivate le dimissioni da direttore generale dello stesso Boraso, né risulta una ferma presa di posizione da parte della Regione Piemonte che ad ora non fa nulla nei confronti di un suo altissimo dirigente raggiunto da accuse pesanti e circostanziate. Vogliamo pensare sia solo questione di tempo. Attendiamo anche di avere risposte sui motivi per cui, giorno dopo giorno, l’ospedale di Asti perde centralità e investimenti rispetto alle strutte vicine, come Alessandria e Verduno. La corruzione compromette il necessario rapporto di fiducia tra i cittadini e lo Stato. Dunque i cittadini astigiani hanno il diritto di avere rassicurazioni da parte delle autorità a cui spetta il controllo sul fatto che durante la gestione Boraso, a partire dal gennaio 2021, appalti e forniture dell’Asl di Asti siano stati concessi nel massimo rispetto delle regole».
Richiesta di dimissioni arrivano anche da Massimo Cerruti, Movimento 5Stelle: «Il M5S da tempo insiste sul meccanismo di nomina dei manager svincolato dalla politica e basato esclusivamente sulla competenza, meritocrazia e affidabilità. Sulla base di queste considerazioni pare opportuno usare cautela, sgravare tutta la struttura, gli eccellenti operatori sanitari ed anche la persona stessa colpita da indagine da un macinio così gravoso. La questione come detto risale a “vecchia data” ed era già presente e ben conosciuta al momento della nomina del nuovo direttore ad Asti per cui ci chiedemmo già allora quale era l’opportunità di quella scelta da parte di coloro che presero quella decisione».