Mentre la guardia notturna che stamattina è stata aggredita insieme ad un infermiere dal “solito” soggetto se ne torna a casa con una prognosi di 45 giorni per frattura ad un gomito, la notizia dell’ennesimo episodio di violenza avvenuto stamattina, ha fatto alzare il tono delle proteste di chi da tempo chiede un presidio fisso delle forze dell’ordine in quella che è la “prima linea” della cura ospedaliera.
Marco Pappalardo, a nome della Società italiana degli infermieri di emergenza prende posizione e ribadisce che non sono più tollerabili gli episodi di aggressione nei Pronto Soccorso e nei luoghi di cura in generale.
«Pur riconoscendo l’impegno delle Direzioni sanitarie nel rafforzare le misure di protezione, permangono criticità: posti di polizia non sempre presidiati, vigilanza privata con preparazione non uniforme e un diffuso senso di vulnerabilità su chi opera in prima linea. Nelle ultime ore si è verificato l’ennesimo episodio, riconducibile al medesimo soggetto che, durante una colluttazione con la guardia giurata prontamente intervenuta, è comunque riuscito a colpire nuovamente un infermiere al volto. Non è accettabile che individui pericolosi, spesso già noti alle autorità, possano reiterare condotte violente prima dell’adozione di misure restrittive efficaci.
Il quadro normativo esiste e va applicato con rigore – ribadisce Pappalardo – Il Decreto-legge 1 ottobre 2024, n. 137, convertito in legge, ha introdotto misure urgenti per contrastare la violenza ai danni dei professionisti sanitari e per la tutela dei beni destinati all’assistenza, prevedendo anche l’arresto obbligatorio in flagranza o in flagranza differita per le lesioni personali contro il personale sanitario e per il danneggiamento di beni sanitari. Eppure, continuano episodi che generano paura, insicurezza e lesioni personali tra chi lavora e chi si cura. È necessario che le norme vengano applicate in modo omogeneo su tutto il territorio e che i Pronto Soccorso, soprattutto quelli a maggior afflusso e rischio, siano riconosciuti come luoghi sensibili con presidio stabile delle forze dell’ordine, ricorrendo, ove necessario, anche al supporto dell’esercito.
Senza sicurezza non c’è cura. Non possiamo aspettare la tragedia con morti tra gli operatori per intervenire: servono misure immediate, coordinate e realmente operative».
La solidarietà del sindaco Rasero
Intanto ai sindacati dei lavoratori dell’ospedale arriva un messaggio di solidarietà dal sindaco Rasero: «Gli infermieri sono il cuore pulsante del nostro sistema sanitario, pilastri fondamentali su cui si regge la cura e l’assistenza dei nostri cittadini. La vostra professionalità, la vostra compassione e la vostra dedizione sono essenziali per garantire la salute e il benessere delle persone. Esprimo la mia più profonda solidarietà e vicinanza».
 
				 
				 
													 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
													 
								 
								 
								