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Scippo
Cronaca
A pochi giorni di distanza

Asti, due donne scippate per strada a San Fedele e torna la richiesta di più sicurezza

Una delle due ha più di 70 anni ed è caduta a terra. Il Comitato chiede che vengano mantenute le promesse in merito all’installazione delle telecamere

Due scippi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, riaccendono le proteste nel quartiere San Fedele che da tempo chiede maggiore sicurezza e controllo.
Il primo scippo è avvenuto alla fermata dell’autobus vicino alla farmacia: una donna appena scena dal mezzo, mentre si recava a casa è stata avvicinata e derubata.
Venerdì scorso, sempre in pieno giorno, in via Po una donna di 74 anni, dopo aver parcheggiato la sua auto nel viale, è stata avvicinata da un uomo che le ha preso la borsetta e le ha strappato la catenina dal collo. La donna è caduta a terra, si è fatta male ad un ginocchio e ad una caviglia e non riesce a darsi pace di aver perso così un carissimo ricordo di famiglia.
In entrambi i casi nessun testimone che possa essere utile alle indagini, solo il racconto agitato delle vittime dello scippo.
«Eppure è passato quasi un anno dalla nostra prima riunione in cui abbiamo chiesto maggiore sicurezza – dice Beppe Morabito del Comitato San Fedele – Abbiamo solo sempre ricevuto promesse cui non sono seguiti fatti».
San Fedele è stato il quartiere più “martoriato” dal giovane piromane che, ogni volta che veniva rimesso in libertà, sfogava le sue frustrazioni e i suoi problemi esistenziali sulle auto parcheggiate (e qualunque altra cosa prendesse fuoco). Quegli episodi avevano rafforzato un senso di comunità all’interno dello storico quartiere che proprio non ci sta a trasformarsi in una “periferia-dormitorio”.
«Abbiamo una catena telefonica di avvisi, cerchiamo di dare sempre un occhio in strada e nelle case accanto se notiamo dei movimenti sospetti – dice ancora Morabito – cerchiamo di attuare una sorta di controllo del vicinato, ma senza strumenti e considerando che molti di noi lavorano e sono via tutto il giorno, non basta. Per questo avevamo chiesto almeno qualche dosso per rallentare la velocità delle auto e dunque anche delle vie di fuga e almeno tre telecamere di sorveglianza sistemate nei punti strategici del quartiere. Sappiamo benissimo che non eliminano i reati, ma sono pur sempre un deterrente e, comunque, diventano importanti “testimoni” per perseguire i responsabili».
Uno dei luoghi indicati dai residenti per installare una telecamere è all’incrocio fra via Ticino e via Po, a poche decine di metri da dove si è consumato l’ultimo scippo dopo il quale il malvivente è fuggito a bordo di un’auto che è stata descritta e sarebbe stata individuata se ci fossero stati dei filmati di videosorveglianza.
«Sindaco, assessore, questore: tutti sono a conoscenza di queste richieste – conclude Morabito – e apprezziamo un maggior passaggio delle pattuglie delle forze dell’ordine, ma non basta. Serve che le promesse vengano mantenute».

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