Un imbuto che, fra ricorsi di ogni grado, ritorni dalla Corte di Cassazione, assoluzioni e condanne, si stringe sempre di più e continua a filtrare tutta questa imponente mole di processi a carico di Pier Paolo Gherlone, 61 anni, ex consulente del lavoro di Asti con un importante passato politico nell’area ex democristiana e poi centrista che lo ha visto anche assessore della giunta Florio in Comune ad Asti.
Tanti i processi che lo hanno visto suo malgrado protagonista e, a parte quello di Barbarossa in cui gli venivano mosse accuse di vicinanza con la ‘ndrangheta astigiana e albese (accuse dalle quali uscì assolto già in primo grado), negli altri casi i reati sono sempre legati a bancarotte fraudolente e alla galassia di reati fiscali propri degli aministratori e dei legali rappresentanti di società e aziende.
A seguito degli arresti, i periodi in carcere sono stati intervallati da arresti domiciliari con una prima condanna definitiva scontata nel 2021: 3 anni e mezzo per reati fiscali legati a crediti Iva cui le società che rappresentava non avevano diritto. Per quelle accuse, assistito e consigliato dal suo legale “storico”, Serse Zunino, aveva patteggiato. Pena già scontata: in parte in carcere e in parte a casa, con lo strumento alternativo dell’affidamento in prova che gli ha consentito nell’ultimo anno di condurre una vita “quasi” normale se non fosse per il “coprifuoco” a casa dalla sera alla mattina.
Nei giorni scorsi è arrivato al pettine un altro nodo.
Si tratta di una condanna definitiva a 5 anni e 11 mesi rappresentata dalla somma di condanne per più processi arrivati all’ultimo grado di giudizio compreso quello inflitto dal tribunale di Novara per un trasferimento di valori.
Anche in questo caso, si tratta di processi legati ad una gestione contabile non corretta di società con sedi in diverse città: Asti, Torino, Novara. Società in cui lui ricopriva il ruolo di amministratore o liquidatore.
Un momento, quello in cui la Polizia ha bussato alla sua porta per portarlo in carcere, già anticipato dall’avvocato Zunino a Gherlone, che attendeva gli agenti.
E’ stato rinchiuso, per ora, al carcere di Quarto ma non si esclude che possa essere trasferito nelle prossime settimane.
Con il conteggio meticoloso dei “mesi carcerari”, fra meno di un anno potrebbe di nuovo chiedere l’ammissione all’affidamento in prova finendo di scontare così la sua pena fuori dalla casa di reclusione.
Tutti i fatti che finora gli sono stati contestati abbracciano un arco temporale che va dal 2014 al 2021.
Anni in cui diverse Procure hanno fatto emergere un modo di amministrare le società su un filo che spesso sconfinava nell’illegalità.
Non sempre, va sottolineato, perchè a fronte di molte condanne, Gherlone ha al suo attivo anche quasi altrettante assoluzioni o decadenze per prescrizione.
Una vita, quella costantemente sotto i riflettori della giustizia che Gherlone sembra aver abbandonato dal 2021, dopo l’arresto per la prima condanna definitiva.
Non ha più intrapreso alcuna amministrazione nè legale rappresentanza accettando invece una proposta di lavoro come impiegato di primo livello offerta da un’azienda (con sede fuori dalla provincia di Asti) che offre opportunità occupazionali ai detenuti.
E questo è diventato il suo lavoro: quello di impiegato senza nessuna responsabilità contabile nè possibilità di gestione.
Un cambio di vita che da tre giorni ha subito una battuta di arresto con il nuovo arresto.