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Cronaca
Secondo grado

Asti, i motivi della radiazione del Capitano del Palio dall’Ordine dei Veterinari

Punto per punto la Commissione Centrale ha respinto il ricorso del dottor Filippone contro il severo provvedimento

Ci è voluto più di un anno per conoscere la decisione della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie ma giovedì è stato notificato: è legittima la radiazione che l’Ordine dei Veterinari di Asti ha stabilito a carico del dottor Gianbattista Filippone, attuale Capitano del Palio.
Filippone era stato coinvolto in un’indagine che aveva riguardato anche suo padre, Gianstefano, all’epoca in cui svolgeva il ruolo di dirigente veterinario Asl. Il padre aveva sottratto medicinali e dispositivi medicali dai magazzini del Servizio Veterinario Area A dell’Asl di Asti e il figlio li aveva ricettati utilizzandoli nella sua clinica veterinaria privata. Gianstefano aveva patteggiato 2 anni ottenendo la sospensione condizionale della pena mentre il figlio, Gianbattista, aveva ottenuto l’ammissione alla MAP (messa alla prova) cui aveva ottemperato.
Ma accanto alla vicenda penale si era affiancato il procedimento disciplinare innanzi all’Ordine dei Veterinari che aveva disposto, nell’ottobre del 2021, la radiazione per padre e figlio. Mentre il padre non aveva opposto ricorso, Gianbattista si era invece appellato alla Commissione per un giudizio di secondo grado. L’audizione si era tenuta nell’ottobre del 2022 e, in attesa della decisione, era stata sospesa la radiazione e Gianbattista aveva potuto continuare ad esercitare la professione veterinaria. La decisione notificata giovedì, però, mette tutto in discussione perchè la Commissione ha confermato la radiazione disposta in primo grado.
Al dottor Filippone ora rimane solo un ricorso per Cassazione chiamata a decidere però esclusivamente su eventuali irregolarità procedurali.
Lui già si era opposto alla prima decisione di radiazione opponendo Appello con una serie di contestazioni.
Alcuni di tipo meramente formale, subito cassate dalla Commissione e altre di merito.
Fra queste era contestata una motivazione non adeguatamente supportata e il fatto che lui non sapesse che il materiale trovato nella sua clinica fosse dell’Asl. Compreso il fucile usato per anestetizzare a distanza gli animali di grossa taglia che era, a detta di Gianbattista, nella esclusiva disponibilità e custodia del padre Gianstefano. Inoltre, in riferimento alla Map scelta come “uscita” dal procedimento, ha sottolineato che non si tratta né di una condanna, né di una sentenza, né di una ammissione di colpa e dunque non può essere utilizzata a motivazione del severo provvedimento di radiazione.
A queste contestazioni, la Commissione ha risposto dicendo che il provvedimento risulta ampiamente motivato dall’Ordine dei Veterinari in quanto deriva direttamente dagli atti del processo penale acquisiti. Atti in cui pacificamente è incontestabile il ritrovamento del materiale a marchio Asl di Asti nella clinica di Filippone. Tanto basta per procedere a livello disciplinare perché non poteva non conoscerne la presenza e la provenienza nei locali in cui, in veste di direttore sanitaria, doveva vigilare.
Sulla Map, vero che non è una sentenza di condanna, ma presuppone la conoscenza delle accuse rivolte, fra le quali proprio il ritrovamento del materiale che poteva essere utilizzato solo in ambito Asl. Materiale pacificamente sequestrato nella clinica di Gianbattista che, in nessun atto delle indagine nega questa evidenza.

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