E’ la stessa titolare dell’azienda agricola di Variglie, Monica Monticone, ad annunciare dalle pagine di Facebook l’attacco di lupi che ieri pomeriggio ha colpito i suoi animali.
«Ecco i risultati del branco di lupi avvistati in questi giorni in zona Vaglierano/Variglie – scrive Monica Monticone sul sociale allegando delle foto in cui si vedono le oche con i segni dell’attacco dei lupi – Mi scuso per le scene crude; è accaduto in pieno giorno alle 14,30 attorno alla nostra azienda. Grazie ad un vicino di casa che è riuscito a mettere in fuga uno dei lupi, io e mio papà siamo riusciti a recuperare una delle nostre amate oche, ferita gravemente. Ho cercato di tamponare la ferita enorme e la veterinaria Carmen Maria Ottonelli, che ringrazio infinitamente, ha suturato le molteplici ferite, ora è qui con noi e speriamo che almeno lui, il nostro ocone, si salvi. Prestaste la massima attenzione ai vostri animali, attaccano anche in pieno giorno e non hanno la minima paura dell’uomo».
Il nuovo attacco avviene a pochi giorni di distanza da quello che è stato registrato a Ferrere. Brutta sorpresa, infatti domenica mattina, per i pastori che hanno portato le greggi al pascolo nel territorio di Ferrere: tre pecore e cinque agnellini sono stati sbranati da un lupo solitario avvistato in zona nei giorni precedenti.
L’attacco è avvenuto all’ingresso del paese ai confini con Valfenera, non lontano dall’agrimacelleria Luiset. Sul posto sono intervenuti l’Asl e il guardiacaccia provinciale con il sindaco Silvio Maria Tealdi per eseguire i rilievi.
«Il “progetto lupo” tutela questo animale – ha dichiarato il primo cittadino di Ferrere – ma mette a rischio gli allevamenti e potenzialmente anche la sicurezza delle persone».
Su questo tema è intervenuta recentemente anche la Coldiretti Asti.
«L’eccessiva presenza di lupi va a penalizzare gli allevamenti bovini e ovini più virtuosi, ovvero, quelli che hanno scelto il pascolo allo stato semi brado salvaguardando l’ambiente e il benessere animale – dice il vicedirettore Coldiretti Asti Franco Luigi – Al momento, i nostri allevatori si stanno proteggendo con i cani da guardiania ma, certamente, non è sufficiente. Sarebbero opportuni contributi specifici per meglio agevolare le aziende. Dal fronte dei rimborsi in caso di aggressione, invece, le procedure sono molto lunghe e passano attraverso l’esame del DNA sui campioni biologici della vittima, per riscontrare l’effettiva causa imputabile al lupo. In conclusione, ritengo che sebbene il lupo sia una specie protetta, così come accade in Svizzera, tra gli altri, la sua diffusione non debba sfuggire al nostro controllo e che vengano introdotte, quanto prima, puntuali misure di contenimento».
«In gioco non ci sono soltanto la sicurezza del bestiame e il lavoro agricolo: potrebbe esserlo anche l’incolumità dell’uomo» riflette il Presidente Coldiretti Asti Marco Reggio.
«Con numeri fuori controllo è altresì a rischio l’equilibrio ecologico – chiosa il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia – Occorre un nuovo Piano Lupo con misure più efficaci, anche, per gli ibridi».