Le prime due riflessioni scritte a penna sul lenzuolo che è stato steso su un tavolo nell’atrio del tribunale di Asti sono state quelle del presidente del Tribunale Paolo Rampini e del Procuratore della Repubblica Biagio Mazzeo. E, subito dopo, quelle delle componenti del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Asti.
Ci sarà tempo fino a domani, venerdì, negli orari di apertura del tribunale, per visitare la mostra itinerante a pannelli organizzata da SOS Donna, il portale a sostegno delle donne vittime di violenza.
«Una mostra che è stata inaugurata a maggio in ospedale, primo luogo di soccorso di queste donne – ha spiegato Laura Nosenzo, giornalista e scrittrice, curatrice della mostra – e si chiude in Tribunale, dove le donne ottengono giustizia per il danno subito. Due luoghi simbolici per tenere alta l’attenzione su questo fenomeno. In mezzo, 28 Comuni che hanno accolto in questi mesi la mostra e, in molti casi, organizzato eventi e iniziative proprie per dare più forza alla sensibilizzazione sul tema».
Il protale SOS Donna, ad inizio dicembre, aveva contato quasi 16 mila accessi e circa 40 mila pagine visitate, altro segno della dimensione di questo tema.
La mostra è organizzata in collaborazione con l’Associazione Mani Colorate il cui presidente, Piero Baldovino, ricorda che loro da anni si occupano del rispetto delle persone a tutto tondo e questa è stata “un’avventura” molto importante e arricchente. Ringraziando i volontari Elisa Cocchi e Roberto Belbo che hanno materialmente allestito tutte e 30 le tappe della mostra.
«I magistrati hanno una grande responsabilità in tema di violenza sulle donne – ha detto il presidente Rampini – Lo Stato deve essere il primo a mantenere le promesse e ogni punizione mancata favorisce il fenomeno». Dando una lettura positiva dell’aumento di processi per Codice Rosso: «Io ritengo che sia il segno di una maggiore fiducia nelle istituzioni chiamate a dare giustizia alle vittime».
Sul fronte più “operativo” delle indagini su questi casi, il Procuratore della Repubblica Mazzeo ha attinto dalla sua esperienza per dichiarare che le iniziative di sensibilizzazione sono molto importanti perchè la società non è ancora pienamente consapevole della gravità di questi reati. «Spesso vediamo che una situazione di maltrattamenti, violenza e stalking emerge in un momento acuto in cui accadono fatti eclatanti o la vittima si trova in serio pericolo. Ma è il “dopo” che vede, in molti casi, la ritrattazione, il ripensamento della vittima, il ritiro della querela. E noi vediamo che questo avviene prevalentemente per l’accerchiamento sociale e famigliare sulla vittima».
I due magistrati hanno concordato sul fatto che lo strumento repressivo, fatto di indagini e condanne, non è mai esaustivo nè sufficiente. E’ solo la coscienza sociale che può scardinare questa dinamica di violenza e sopraffazione.